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San Benedetto Vecchio: la chiesa e le statue ricomparse

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La chiesa di San Benedetto Vecchio si trova presso il Tronco Maestro, ossia quel ramo del fiume Bacchiglione che dalla Specola conduce alle Porte Contarine. La facciata è arretrata rispetto alla Riviera. Sono separate da un sagrato con essenze arboree. Ai lati dell’ingresso, vi sono due nicchie. In queste nicchie, prima vuote, sono di recente comparse due statue in pietra con figure femminili. I cultori di storia locale si sono chiesti quindi da dove venissero e che cosa rappresentassero le due sculture.

Giordano Forzatè fonda la chiesa di San Benedetto Vecchio

La Chiesa, con annesso monastero benedettino, venne eretta alla fine del XII secolo per volontà del beato Giordano Forzatè (o comunque della famiglia). Il religioso padovano (1158 ca. – Venezia 1248), proveniente dal ceto aristocratico, ricoprì ruoli molto importanti grazie al carisma di cui era dotato. Fu delegato apostolico e, appunto, priore del monastero di San Benedetto. Qui fondò anche il movimento degli Albi, una sorta di monachesimo comunale che divenne un’importante e riconosciuta congregazione. Difese la libertà del Comune di Padova e pertanto finì in prigione al tempo di Ezzelino III da Romano. Liberato poi dall’imperatore Federico II, si trasferì a Venezia, dove morì.

Storia breve del complesso

In origine il monastero ospitava una comunità “doppia”, maschile e femminile. Dopo la morte del Beato i dissidi insorti tra monaci e monache costrinsero il Vescovo a separarli (1259). I primi eressero così un vicino complesso che prese il nome di San Benedetto Novello. Ed ecco perché la chiesa dove sono comparse di recente le due statue si chiama San Benedetto Vecchio o anche San Benedetto Abate. La comunità femminile fiorì subito e in modo straordinario per la protezione garantita da badesse provenienti da famiglie cospicue. Due di loro furono delle Buzzacarini, affini dei principi Carraresi. Negli anni sessanta del Quattrocento vi fu educata anche la veneziana Caterina Cornaro, futura (e ultima) regina di Cipro. Nel Seicento si cambiò l’ordinamento della Chiesa, capovolgendola da ovest a est. E venne arricchita di ulteriori opere d’arte. La facciata e il campanile con cuspide a cipolla sono settecenteschi.

Soppressione del monastero e bombardamento della Chiesa

Il monastero venne soppresso nel 1810 con le leggi napoleoniche e divenne una caserma d’artiglieria (Prandina). La Chiesa, invece, fu elevata a parrocchia. Durante la seconda Guerra Mondiale, l’11 marzo 1944, subì un pesante bombardamento.

Chiesa Dopo L11 Marzo 1944
La Chiesa dopo l’11 marzo 1944

Con il bombardamento andarono purtroppo perduti parte del coperto e della navata di sinistra, con gli altari addossati.

La Chiesa Dopo Il Bombardamento
La Chiesa dopo il bombardamento

Andarono distrutti pure gli affreschi tardo trecenteschi con Scene dell’Apocalisse dipinti da Giusto de’ Menabuoi. L’artista, pittore di corte dei principi Carraresi, ha realizzato il magnifico ciclo di affreschi nel Battistero della Cattedrale. E ha lavorato anche nella basilica di Sant’Antonio. Nella stessa incursione angloamericana fu distrutta anche la splendida Cappella Ovetari di Mantegna nella chiesa degli Eremitani. Ricostruita nel dopoguerra, la chiesa di San Benedetto Vecchio venne riconsacrata nel 1952.

Le due statue della facciata di San Benedetto Vecchio

Le statue della facciata provengono esattamente dal luogo dove ora sono state ricollocate. Erano state ricoverate presso i Musei Civici dopo il bombardamento. Ma non si trovavano nei depositi. Dagli anni ottanta si potevano vedere nel giardino delle sculture contemporanee, vicino alla Cappella degli Scrovegni.

Le Due Statue Nella Precedente Collocazione
Le due statue nella precedente collocazione

L’iniziativa della ricollocazione si deve al direttore dei Musei, Davide Banzato, oggi in pensione, e alla conservatrice del Museo d’Arte, Elisabetta Gastaldi. Il Parroco della Chiesa (affidata al clero secolare della Diocesi) ha accettato di buon grado la restituzione delle statue, avvenuta alla fine del 2017. Quando si reperiranno i fondi necessari, verrà avviato il restauro.

Cosa rappresentano le due statue?

Le statue, entrambe figure femminili, rappresentano secondo noi delle allegorie. Possiedono diversi attributi iconografici. Quella di sinistra potrebbe essere la Fede. In una mano, infatti, tiene le Sacre Scritture, mentre un Elmo la protegge dagli attacchi degli eretici. Più problematica è l’identificazione dell’oggetto trattenuto dall’altra mano. Forse un Cuore, simbolo di amore in contesti anche sacri.

Le Due Sculture
Le due sculture ricollocate

La statua di destra, invece, è appoggiata a un’Ancora e dovrebbe simboleggiare la Speranza, “àncora della nostra vita” secondo San Paolo. Fede e Speranza sono, con la Carità, virtù teologali.

Un cenno alle altre opere in San Benedetto Vecchio

Nella facciata settecentesca vediamo tra angeli S. Benedetto, sopra il portale, e il Creatore, nel timpano. In alto le statue di S. Antonio, S. Prosdocimo, S. Benedetto, B. Giordano, S. Giustina e S. Daniele.

Chiesa Di San Benedetto Vecchio Con Le Statue Ricollocate
La chiesa di San Benedetto Vecchio con le statue ricollocate

L’interno è a tre navate con caratteri romanico-gotici. Tra le numerose opere d’arte segnaliamo una Deposizione del XIII secolo e i dipinti di Alessandro Varotari (il Padovanino), Pietro Damini, Domenico Tintoretto, Alessandro Maganza. L’interno, molto ricco, sorprende anche il visitatore padovano. Ne consigliamo la visita.

Infine, il corniolo miracoloso

Si narra che un corniolo sia nato dal bastone utilizzato da Giordano Forzatè per segnare l’area dove edificare il complesso monastico. Il gesto del Beato è appunto il soggetto di un dipinto di Alessandro Varotari (1631) conservato in Chiesa, dove si vede il modellino della Chiesa.

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Alessandro Varotari, Beato Giordano Forzatè, chiesa di S. Benedetto Vecchio
(foto da www.beweb.chiesacattolica.it)

Il corniolo, si racconta, aveva proprietà curative. Non solo. Quando doveva morire una monaca o un componente di casa Capodilista, si seccava un ramo. Con la soppressione del Convento si trasferì nel giardino del palazzo Capodilista a San Daniele, dove tuttora vegeta rigoglioso.

San Benedetto Vecchio: la chiesa e le statue ricomparse ultima modifica: 2021-03-23T08:30:00+01:00 da Paolo Franceschetti

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