Roserosseperte. La violenza sulla donne raccontata dagli uomini, di chi agiscecon violenza sulle donne, a partire dai testi classici della letteratura. Da Shakespeare a Verga solo per citarne alcuni.
Anche questo è “Roserosseperte” lo spettacolo scritto dalla drammaturga Loredana D’Alesio. Con la regia di Alberto Riello, che è anche l’attore principale , assieme a Stefano Corbo. Sarà in scena Martedì 28 novembre alle ore 21.00 presso il Grand Hotel & spa di Montegrotto Terme.
Ultimo appuntamento
Ultimo appuntamento della rassegna ROMPIAMO IL SILENZIO SULLA VIOLENZA, quattro appuntamenti, in quattro hotel della Città, che sono stati condivisi ogni martedì del mese di Novembre nei luoghi più deputati all’accoglienza del Comune di Montegrotto, sul tema della Violenza sulle Donne.
Roserosseperte: Tutti gli eventi sono gratuiti e liberi
Tutti gli eventi sono gratuiti e liberi. Lo spettacolo gode quindi del Patrocinio del Comune di Montegrotto Terme e prevede al termine un dibattito con IL SERVIZIO UOMINI MALTRATTANTI, GRUPPO POLIS .
Il Servizio Uomini Maltrattanti (SUM) consiste in un percorso di ascolto e consulenza per gli uomini autori di violenza puntando ad estirpare gli atteggiamenti violenti e di abuso e promuovere consapevolezza e responsabilità rispetto agli agiti. La mission è quella di realizzare un servizio che risponda con un ruolo centrale. Essere integrato alla problematica della violenza domestica, attraverso delle azioni mirate rivolte agli uomini che agiscono con violenza.
Roserosseperte : obiettivi
L’obiettivo è fermare la violenza fisica e ridurre la violenza psicologica che si manifesta attraverso l’oppressione. Il controllo, la minaccia, la svalorizzazione, l’umiliazione, il giudizio, la critica. Le azioni prevedono l’attivazione di percorsi di trattamento individuale e di gruppo per uomini che hanno agito con violenza nelle relazioni affettive.
Come riconosciuto da normativa europea, nazionale e regionale, gli interventi rivolti agli autori di violenza contro le donne rivestono un ruolo importante nell’ambito della prevenzione. Come della modifica di modelli comportamentali violenti. Si tratta di temi che negli ultimi anni sono entrati a pieno titolo nella programmazione nazionale ed europea in tema di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.
Lo spettacolo
Lo spettacolo mette in scena infatti la violenza dell’uomo sulla donna, nelle sue varie forme: manifesta o malcelata, ridondante o silenziosa. Attraverso i tanti modi di agire, indaga la complessità del sentire maschile all’interno dei rapporti di coppia e nei rapporti con l’altro sesso in genere. Sul palco emergono con forza temi come la gelosia, il potere, il bisogno di controllo, ma anche la fragilità, l’impotenza, la tendenza manipolativa nell’ addossare le responsabilità dell’agito in chi subisce e non in chi agisce. Sono uomini maltrattanti e omicidi che raccontano i loro perché delle loro azioni, i perché delle loro gelosie e dei maltrattamenti, i perché del controllo e dell’ossessione, sino al femminicidio.
La drammaturgia
“La drammaturgia nasce dal libero adattamento e montaggio di brani di letteratura classica con frammenti di cronaca nera reale” – spiega Alberto Riello, che da anni, assieme a Loredanadrammaturga, sua moglie, si occupa di teatro della scuola e di teatro civile, passando da temi quali il disagio sociale, le dipendenze, i disturbi comportamentali, il bullismo e il cyberbullismo, la legalità e le mafie.
I frammenti portati in scena con “Roserosseperte” arrivano da William Shakespeare, Lev Tolstoj, Joseph Roth, Luigi Malerba, George Simenon, Giovanni Verga.
La consulenza e l’aiuto pratico sono arrivati dall’esperienza del gruppo Uomini Maltrattanti del Gruppo R, Gruppo Polis di Padova.
“Per affrontare un tema così complesso – continua Riello – è stato scelto il punto di vista degli uomini, sia nella finzione letteraria che nella realtà. Uomini che parlano della loro idea di essere uomini e del loro modo di sentire e amare le donne. Di chiamare amore ciò che amore non è.
La scenografia
Il tutto in una scenografia povera e scarna, con pochi elementi in scena, in un’alternanza di musiche dedicate all’amore degli anni 70/80, di monologhi …
Al centro della scena un mazzo di rosse, da cui prende il nome anche lo spettacolo, rigorosamente rosse come l’amore…ma con le spine.
“E’ stata una precisa scelta registica anche questa – continua Riello – per simboleggiare quella che è anche una povertà spirituale e sociale degli uomini protagonisti. Uomini forse normali che, in un momento diventano dei killer. Uomini della porta accanto che non riescono a reggere l’abbandono o una scelta diversa da parte della loro donna”
Una scelta, quella di portare l’amore malato degli uomini in scena.