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La Cappella degli Scrovegni capolavoro assoluto di Giotto

Padova Cappella Degli Scrovegni Di Giotto

La Cappella degli Scrovegni custodisce il ciclo di affreschi meglio conservati di Giotto. Furono realizzati negli anni 1303-05. Il rivoluzionario pittore fiorentino, scrive Cennino Cennini nel suo Libro dell’Arte (inizi Quattrocento), «rimutò l’arte di dipingere di greco in latino e ridusse al moderno». Non più l’astratto simbolismo bizantino, ma personaggi con atteggiamenti familiari collocati in uno spazio reale. Lo straordinario rinnovamento contaminerà profondamente la pittura padovana, come si nota ancora oggi nei diversi cicli civili e religiosi di affreschi trecenteschi. Da tale considerazione è nata Padova urbs picta. La Cappella degli Scrovegni di Giotto e i cicli affrescati del Trecento a Padova. Una proposta che mira a inserire questa specificità padovana nella World Heritage List (lista del patrimonio mondiale) dell’Unesco. Nella stessa Lista è già entrato nel 1997 l’Orto Botanico della nostra città, creato nel 1545, il più antico del mondo occidentale.

La Cappella degli Scrovegni: il luogo

La Cappella si trova all’interno dei giardini dell’Arena romana. Anticamente era accostata al palazzo della famiglia Scrovegni, che venne demolito nel 1824.

Padova Capella Degli Scrovegni Ai Giardini Dellarena Foto Elisabetta Gastaldi
Padova Capella degli Scrovegni ai Giardini dell’Arena (foto Elisabetta Gastaldi)

La Cappella, invece, è giunta miracolosamente intatta fino a noi. Prima di arrivare qui, Giotto aveva lavorato nella Basilica superiore di Assisi. Poi era stato a Roma nel palazzo del Laterano e a Rimini nella chiesa di San Francesco. A Padova dipinge al Santo nella sala del Capitolo e nella cappella delle Benedizioni, e in Palazzo della Ragione. Anche Enrico degli Scrovegni lo chiama presso di sé.

Reginaldo degli Scrovegni e il figlio Enrico

Enrico è figlio di Reginaldo, citato da Dante nell’Inferno come usuraio (canto XVII): «un che d’una scrofa azzurra e grossa segnato avea lo suo sacchetto bianco». Comunemente si ritiene che la Cappella serva alla redenzione della famiglia. Lo faceva pensare anche l’originaria intitolazione dell’oratorio a Santa Maria della Carità. Antonio Tolomei scrive in una pubblicazione del 1881 che Enrico, a difesa del nome, «si schermì da una terzina dell’Alighieri con una Chiesa di Giotto». Studi recenti, invece, guardano piuttosto a una calcolata ostentazione di ricchezza e alla salvezza dell’anima di Enrico. Una statua del committente in preghiera, esistente nella sagrestia, inconsueta perché autocelebrativa, sembra confermarlo.

Gli affreschi della Cappella degli Scrovegni

Esternamente la Cappella è un modesto edificio in mattoni con archetti pensili. L’interno è magnifico. La volta a botte è dipinta d’azzurro intenso punteggiato di stelle dorate ed è attraversata da due fasce in cui sono rappresentati i Patriarchi e i Re dell’Antico Testamento. Nel cielo sono presenti i tondi della Madonna col Bambino e di Gesù benedicente, e altri minori con Profeti e San Giovanni Battista.

Padova Cappella Degli Scrovegni Controfacciata Foto Zairon
Padova Cappella degli Scrovegni Controfacciata (foto Zairon)

Alle pareti tre registri mostrano le scene della vita di Maria e della vita di Cristo. Un’Annunciazione riempie l’arco trionfale. Cattura sempre l’attenzione dei Padovani e dei turisti la grande rappresentazione del Giudizio Universale, che copre la controfacciata. In particolare le scene terribili e cruente dell’Inferno con Lucifero figura centrale. Sempre in controfacciata Enrico degli Scrovegni inginocchiato offre la Cappella alla Madonna. Uno zoccolo di lastre in finto marmo, con Vizi e Virtù in monocromo, completa la fascia inferiore.

La rivoluzione di Giotto in pittura

Molte le novità contenute negli affreschi della Cappella degli Scrovegni. Le scene sono dipinte in spazi reali muniti di prospettiva, anche se di tipo “intuitivo” perché le linee non convergono verso un unico punto ma verso più punti di un unico asse. Il realismo è reso per mezzo di dettagli e di atteggiamenti ed espressioni familiari dei personaggi. Con il restauro del 2002 sono riemerse perfino le lacrime delle madri nella scena della Strage degli innocenti. Il dinamismo si sostituisce alla statica rappresentazione bizantina. Nel colore Giotto predilige le tinte tenui, luminose e chiare, e le ombre non sono mai troppo scure. Lo zoccolo che imita il marmo, infine, è reso lucido dal contatto della calce con un ferro caldo. Queste in sintesi le maggiori peculiarità dello stile giottesco.

Lo stile di Giotto trasmesso alla pittura padovana

Gli affreschi della Cappella degli Scrovegni sono realizzati da Giotto e dai suoi aiuti, che lavorano sotto la sua regia. Lo stile giottesco è poi assimilato in città da altri pittori che ne subiscono il fascino.

Padova Cappella Degli Scrovegni Compianto Sul Cristo Morto
Padova Cappella degli Scrovegni Compianto sul Cristo morto

L’abside della Cappella viene affrescato pochi anni dopo da un seguace, chiamato “Maestro del Coro Scrovegni”. Ma Giotto influenzò pure le opere padovane di Guariento, Altichiero e Giusto de’ Menabuoi, che ora – come ricordato – invocano la protezione dell’Unesco.

La visita alla Cappella degli Scrovegni

La Cappella degli Scrovegni è stata acquistata dal Comune di Padova nel 1880. Oggi fa parte dei Musei Civici, alla cui biglietteria bisogna rivolgersi per l’acquisto del biglietto. Nella Pinacoteca si conserva il grande Crocifisso di Giotto, una volta in Cappella. L’accesso avviene attraverso una porta laterale, dopo una sosta dei visitatori in un “corpo tecnologico attrezzato” per ridurre al minimo gli agenti inquinanti. I Padovani meno giovani si ricordano le visite alla Cappella che facevano da bambini con i propri genitori entrando dalla porta principale. Nella ricorrenza della consacrazione, il 25 marzo, l’ingresso era gratuito. Oggi il prezzo dell’ingresso è sempre ridotto per gli abitanti della Provincia. Più di trecentomila visitatori di tutto il mondo visitano ogni anno il capolavoro di Giotto.

La Cappella degli Scrovegni capolavoro assoluto di Giotto ultima modifica: 2020-12-30T12:05:53+01:00 da Paolo Franceschetti

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GUISEPPE GUIDA

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