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Umberto Boccioni e le anticipazioni di Futurismo a Padova

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Umberto Boccioni è il più autorevole esponente del Futurismo, movimento artistico fondato da Tommaso Marinetti nel 1909. I futuristi rifiutano il Cubismo per la sua staticà. Esaltano invece “il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno”. L’artista si esprime in violenti getti di creazione e di azione. Decanta la modernità. E ammira la bellezza della velocità: “un automobile ruggente”, si sostiene, “è più bello della Vittoria di Samotracia”. L’oggetto in movimento si moltiplica e, come una vibrazione, si trasmette nello spazio che percorre. Le opere di Boccioni sono permeate dal dinamismo. Non solo le pitture, ma anche le sculture.

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Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, MOMA New York (foto Sailko)

Si veda quella dei venti centesimi di euro, intitolata Forme uniche della continuità nello spazio. Una curiosità: nel 2019 una copia moderna in bronzo della scultura è stata battuta da Christie’s a New York per 16 milioni di dollari!

Umberto Boccioni arriva in città

Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882. Il padre, usciere di prefettura, è costretto a trasferirsi più volte per lavoro. Dopo la Calabria viene assegnato a Forlì, a Genova e a Novi Ligure. A Padova arriva nel 1889. Umberto ha appena compiuto sette anni. Vive in città per circa un decennio, fino al 1898, poi deve seguire il padre a Catania e nel 1899 a Roma. Nella capitale conosce Gino Severini, Mario Sironi, e apprende la tecnica divisionista e l’importanza della luce da Giacomo Balla. La madre e la sorella maggiore di Umberto, Amelia, restano invece a Padova. Quindi il giovane pittore torna in città più volte negli anni seguenti. Anche per presenziare alle visite di leva e rivedere amici e conoscenti. Alla sorella sarta e soprattutto alla madre malata – ormai separata dal padre – resterà sempre molto legato.

La Madre dell'Artista Nella Casa In Via Xx Settembre A Padova 1899
La madre di Boccioni nella casa in via XX Settembre a Padova 1899

Alla fine del 1906, dopo Parigi e la Russia, Boccioni torna a vivere con loro a Padova. Nel 1907 frequenta a Venezia la Scuola Libera del Nudo, poi parte per Milano e per Monaco di Baviera. Quindi torna definitivamente nel capoluogo lombardo, dove frequenta il pittore simbolista Gaetano Previati. Finalmente conosce Marinetti e Carlo Carrà. Insieme a loro – con Balla, Severini e Carlo Russolo – fonda il nuovo movimento. Queste in breve le tappe che lo conducono al Futurismo. Il decennio di vita padovana e il legame anche successivo con la città hanno avuto una qualche influenza sul carattere del giovane Boccioni? Possono averlo predisposto ad aderire a un movimento di rottura col passato, come quello futurista?

Padova non è Milano

Umberto Boccioni cerca e trova la modernità a Milano. La vita animata, i molti cantieri attivi e il lavoro frenetico negli stabilimenti produttivi rappresentano il dinamismo tanto cercato dai futuristi. Padova non è certamente al livello della capitale industriale d’Italia. Non è ferma, ma si respira un’aria diversa. Boccioni stesso lo sottolinea nel suo diario prima di partire. “Sento che voglio dipingere il nuovo, il frutto del nostro tempo industriale. Sono nauseato di vecchi muri, di vecchi palazzi, di vecchi motivi di reminescenze […]”.

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Umberto Boccioni, Chiostro di S. Francesco, Padova 1904, coll. MASILugano

Goliardia e anticipazioni del futurismo

L’annotazione di cui sopra, da lui fissata per i posteri, non esclude un’influenza dell’ambiente patavino nella formazione del suo carattere anticonformista e aperto al nuovo. Da alcune testimonianze sappiamo che Umberto, alla pari di molti adolescenti, prendeva parte con gli amici a scherzi e bravate. È noto inoltre che Padova, più di altre città, è animata dalle trovate dissacranti e canzonatorie dei numerosi studenti universitari. E proprio negli spettacoli, da loro organizzati a scopo benefico, si potevano cogliere alcune anticipazioni del movimento futurista. Nel monologo Pensierificio di Ettore Da Rin (1896) una macchina chiamata Pensierografo componeva in modo casuale lettere, sillabe e parole. Un’intuizione che ricorda le parole in libertà di Marinetti. Lo studente Giorgio Gopcevich, poi, aveva creato un fonografo alquanto fuligginoso, simile a un brustolino da caffè, che rendeva bene “l’imperfezione dei cilindri annessi all’apparecchio”. È un embrione dell’intonarumori di Russolo?

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Umberto Boccioni, Ritratto del dott. Gopcevich 1906, collezione privata

E ancora si potevano vedere esibizioni di “veloce pittura” e di “pittura a brandelli” dove si derideva la pittura ufficiale. Con grande entusiasmo dei presenti. E forse è per l’abitudine a questo tipo di spettacoli che i padovani hanno sempre accolto calorosamente le serate futuriste e i monologhi di Marinetti. Gli spettacoli degli studenti avevano larga eco sulla stampa veneta e si replicavano nelle città vicine. Vanno poi ricordati i numerosi periodici umoristici, illustrati da divertenti “pupazzetti” . E ancora i primi “papiri” di laurea, tipicamente padovani, che canzonavano in rima e attraverso la caricatura coloro che raggiungevano il diploma universitario. Il ragazzo Umberto Boccioni aveva assistito agli spettacoli studenteschi, sfogliato quelle riviste o riso leggendo quei “papiri”? Non abbiamo conferme, ma ci sembra sicuro che abbia respirato quello spirito goliardico.

Umberto Boccioni, la modernità e l’estetica della macchina

Di certo Umberto aveva visto i primi automobili con motore a benzina costruiti a Padova dalla società Miari, Giusti & Co su indicazioni di Enrico Bernardi. L’estetica della macchina, adottata dal Futurismo, viene sostenuta già in quegli anni da Mario Morasso sulla “Gazzetta di Venezia”, letta anche a Padova. Suo è il paragone con la Vittoria di Samotracia.

L'Artista In Prato Della Valle A Padova 1907
Umberto Boccioni in Prato della Valle a Padova 1907

A inizio Novecento, poi, quando Umberto Boccioni torna a trovare la madre e la sorella, la città presenta ulteriori spunti di modernità. In città si organizzano diverse competizioni automobilistiche. La luce elettrica illumina le vie del centro. Leonino da Zara vola con un aeroplano. Poi realizza il primo campo privato di volo in Italia e fonda il primo Aeroclub (1910). Accompagna l’operatore Ettore Frollo per la prima ripresa cinematografica dai cieli (1911). E con lui vola anche Gabriele D’Annunzio. Tutto questo è da considerare irrilevante per la formazione del futurista Umberto Boccioni?

Umberto Boccioni e le anticipazioni di Futurismo a Padova ultima modifica: 2021-02-16T09:18:37+01:00 da Paolo Franceschetti

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Doati Marco

Futurismo a Padova👍

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