La Sala Laurenti allo Storione, un gioiello Liberty scomparso - itPadova

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ARTE LO SAPEVI CHE

La Sala Laurenti allo Storione, un gioiello Liberty scomparso

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La Sala Laurenti allo Storione (1904-05) era forse il maggiore capolavoro del Liberty nel Veneto. Vantava splendide decorazioni realizzate da Cesare Laurenti (1854-1936) e collaboratori. Venne demolita nel 1962, quando la banca proprietaria pensò di ricostruire il fabbricato per esibire una sede moderna. Oggi rimangono soltanto alcuni frammenti pittorici ai Musei Civici e tre teste femminili all’ingresso dell’istituto bancario. Entrando da via 8 Febbraio, di fronte all’Università, troviamo le teste appese al muro, sulla destra. Un monito sempre attuale per gli amanti del piccone demolitore. Purtroppo oggi non possiamo più cogliere quel senso di stupore e d’ammirazione che provavano gli ospiti entrando nella sala del ristorante. Ci aiutano solo in parte le impressioni fotografiche e le appassionate descrizioni degli avventori e dei cronisti. In occasione della mostra “Novecento privato” (2011), a cui abbiamo collaborato, si poteva vedere in un video la ricostruzione virtuale della Sala Laurenti.

Le origini dello “Storione”

Il ristorante Storione non nasce in città all’inizio del Novecento. Esisteva già come modesta trattoria, infatti, alla metà del secolo precedente. Sembra che il nome derivasse da un’insegna dipinta da alcuni amici i quali, dopo aver catturato quel pesce nel fiume, erano andati lì a consumarlo. Molto apprezzato dagli ospiti era il cortile interno, coperto da una grande vetrata. Lo Storione possedeva anche delle camere dove passare la notte. Si trovava nell’isola (isolato) del Gallo, cioè nel complesso di edifici compresi fra il palazzo universitario e Piazza delle Erbe. L’ingresso stava in un piccolo vicolo, sotto il vòlto che i Padovani chiamavano scherzosamente “ponte dei sospiri”.

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Vicolo Storione con l’ingresso sotto il Ponte dei sospiri
a destra il Fondaco delle Biade e il Municipio (foto anteriore al 1902)

Demolizione e ricostruzione del palazzo del Gallo

Nel 1883, al fine di agevolare la viabilità cittadina, si demoliscono i fabbricati dell’isolato del Gallo che si affacciano su via 8 Febbraio. Il vecchio Storione non viene coinvolto e continua la propria attività. In seguito alle demolizioni la strada assume un aspetto poco signorile e i Padovani la ribattezzano ironicamente via Toledo. Rimane così per alcuni anni.

bartolomeo Belzoni Via Del Gallo Nel 1884 87 Acquarello 36x25 Cm Biblioteca Civica Padova.png
Bartolomeo Belzoni, Via del Gallo (Toledo) nel 1884-87, acquarello, 36×25 cm,
Biblioteca Civica Padova

Il progetto Lupati Manfredini

Un’idea convincente per la ricostruzione arriva solo con il progetto degli ingegneri Giulio Lupati e Marco Manfredini (1889), che prevede un unico grande palazzo. Nel 1891-92 si costruisce l’ala Treves di fronte all’Università. Poi non si procede oltre per non aggravare troppo il bilancio comunale. Solo nel 1898 la porzione edificata è ceduta a Camillo Treves per finanziare il completamento dei lavori. Un’accelerazione arriva nell’anno 1900, quando viene eletta la nuova amministrazione cittadina. Questa sceglie di ricorrere al credito per terminare il palazzo del Gallo. I lavori riprendono in via Municipio (1902), poi proseguono in piazza delle Erbe (ala Moschini 1902-03) e infine si concludono in via San Canziano (1903-04).

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Lupati Manfredini, progetto di sistemazione edilizia dell’Isola del Gallo
1 Ala Treves 1891-92; 2 Ala su via Municipio 1902;
3 Ala Moschini 1902-03; 4 Ala su via San Canziano 1903-04

I prospetti esterni rispecchiano ancora il vecchio progetto Lupati Manfredini, ma la distribuzione interna degli ambienti viene modificata dall’ingegnere municipale Alessandro Peretti. Il ristorante Storione continua a rimanere sempre aperto, nonostante i molti trasferimenti all’interno dell’edificio. Il gestore, Giovanni Zorzi detto Nanei, è assai apprezzato dai concittadini. Memorabile rimane la cena da lui data per festeggiare 40 anni di attività, il 9 maggio 1903, in una sala dipinta in stile Luigi XV da Carlo Maschio. Qui ai politici e giornalisti invitati viene servito lo stesso menù, bevande comprese, offerto a re Edoardo durante la visita al presidente francese Émile Loubet.

La Sala Laurenti allo Storione

Per decorare il salone del ristorante si pensa in un primo momento a Francesco Marani, un artista padovano che allora lavorava a Vienna. Poi, però, il sindaco Vittorio Moschini vede il fregio ceramico di Cesare Laurenti alla Biennale di Venezia (1903) e ne rimane conquistato. Marani si offre di lavorare anche gratuitamente, per farsi conoscere, ma viene comunque estromesso. Inizia uno scambio epistolare e di visite tra Peretti, Moschini e Laurenti. L’idea iniziale del fregio ceramico è accantonata per i costi troppo alti e Moschini suggerisce una modellazione più economica, in stucco dipinto a tempera. Suggerisce anche il tema dello Storione, che verrà poi accantonato per difficoltà sorte con la locazione Zorzi. Il 21 maggio 1904 Moschini affida in modo diretto a Laurenti la decorazione del salone principale. Gli artisti padovani, delusi e infastiditi per non essere stati nemmeno consultati, insorgono protestando sui quotidiani cittadini. Ma non ottengono nulla.

Decorazione della Sala Laurenti

Laurenti inizia quindi a lavorare e organizza subito una squadra composta da artisti decoratori. Tra loro Augusto Tagliaferri, Giuseppe Cherubini e Alessandro Milesi, che lo aiuta nell’impostazione delle figure femminili.

Danzatrici In Sala Laurenti E Lartista Al Lavoro Nel 1905
Danzatrici in Sala Laurenti e l’artista al lavoro nel 1905

Partecipano anche artisti padovani, come Vittorio Rizzo, Antonio Soranzo e Silvio Travaglia. La decorazione mostra sul soffitto un pergolato di melograni. Sotto, alle pareti, dieci figure di donna danzano reggendo un nastro che arriva alla “regina della festa”, nel fondo della sala.

Giovanni Zorzi Con I Collaboratori nella Sala Laurenti
Giovanni Zorzi con i collaboratori

Più in basso sta una cornice in terracotta invetriata alta quaranta centimetri, da cui scendono festoni che reggono un disco allegorico. Al lavoro nella Sala si aggiunge in un secondo momento quello nell’adiacente cortile coperto a vetrata, detto Tempietto. Qui Laurenti rielabora il vecchio progetto col tema dello Storione, rappresentato in un grande quadro da parete con Tritoni e Nereidi. Scritte in latino che lo celebrano e finti marmi rievocano il Rinascimento lombardo.

Il Cortile Coperto Detto Tempietto adiacente alla Sala Laurenti
Il cortile coperto detto Tempietto

Laurenti cura tutti gli aspetti: menù, stoffe, illuminazione, mobili artistici (Campello e Scanferla), lavori in ferro battuto (Callegaris) e altro.

L’inaugurazione della Sala Laurenti allo Storione

Sabato 3 giugno 1905 si inaugura la Sala Laurenti. L’impressione suscitata dai lavori è ottima. L’artista, commosso e seduto in disparte, è applaudito di continuo. Pace fatta pure con il Circolo Artistico padovano, che ora invoca per lui il diritto di cittadinanza. I quotidiani di tutto il Veneto lodano l’opera magnifica. Due giorni dopo si offre una cena in suo onore. Non ci sono però solo riconoscimenti. Per lui inizia anche una lunga controversia con il Municipio per ottenere il pagamento dei compensi, di molto lievitati. Inoltre, deve coprire con una vernice trasparente tutte le decorazioni perché i fumi le stavano rovinando.

I lavori alla fine degli anni venti

Alla fine degli anni venti l’ala Treves e la porzione centrale del palazzo del Gallo si riuniscono sotto la stessa proprietà. Nasce un grande albergo rinnovato, con ingresso da via 8 Febbraio.

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Il nuovo ingresso, l’entrata e il vestibolo, fine anni venti

Si pensa di rinfrescare anche la Sala Laurenti allo Storione e l’artista chiama come collaboratori Fioravante Seibezzi e Juti Ravenna (1929). Così altri elogi all’opera e all’autore si aggiungono a quelli già noti di Andrea Moschetti, Arnaldo Fraccaroli, Ettore Romanello, Gino Damerini e Ugo Ojetti. Fra i tanti ospiti illustri che l’albergo ha avuto, ne ricordiamo qui tre: Guglielmo Marconi, Gabriele D’Annunzio e Albert Einstein. Tanti decenni di storia e di arte non serviranno comunque ad arrestare nel 1962 gli apostoli della modernizzazione miope.

Per approfondimenti

Ci permettiamo di rimandare ai nostri scritti:

Lo Storione raccontato dai quotidiani tra fine Otto e inizi Novecento, in “Novecento privato. Arte italiana con vista su Padova”, catalogo della mostra (2011).

Nota sul Palazzo del Gallo e sullo Storione, in “Padova e il suo Territorio” n. 157 (giugno 2012).

Genesi dell’idea decorativa di Cesare Laurenti per lo Storione, in “Padova e il suo Territorio” n. 162 (aprile 2013).

La Sala Laurenti allo Storione, un gioiello Liberty scomparso ultima modifica: 2021-04-08T10:17:58+02:00 da Paolo Franceschetti

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Grazie mille per il tuo articolo! 

Paola Balderico

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