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Ernesto Mattiuzzi artista in mostra a Palazzo Zuckermann

Ernesto Mattiuzzi

Pitture e disegni di Ernesto Mattiuzzi (Venezia 1900 – Conegliano 1980) sono ora visibili a Palazzo Zuckermann. Nella sala terrena adibita alle rassegne temporanee. La mostra, a ingresso libero, si è aperta al pubblico giovedì 27 maggio. Senza inaugurazione per rispettare le norme anti covid. Raccoglie circa sessanta opere dell’artista veneziano provenienti dalla famiglia, ivi comprese le quattro già donate dagli eredi ai Musei Civici di Padova. Una panoramica significativa d’un percorso artistico sincero vissuto con convinzione nell’ambito del realismo figurativo. Curatrice della mostra è Elisabetta Gastaldi, conservatrice del Museo d’Arte Medioevale e Moderna.

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Elisabetta Gastaldi, conservatrice del Museo d’Arte, con Mario Mattiuzzi, figlio dell’artista, davanti all’Autoritratto

L’unica personale padovana su Ernesto Mattiuzzi si era tenuta nel lontano 1985, nella Galleria Civica di Piazza Cavour, a cura di Giorgio Segato. In quell’occasione era stato donato al Museo d’Arte il dipinto Scuola di nudo (1966). Più di recente, nel 2018, sono pervenuti nelle civiche raccolte altri tre dipinti. Sempre grazie alla generosità di Mario Mattiuzzi, figlio del pittore e custode delle opere. Da qui l’idea della curatrice di allestire una rassegna e mostrare al pubblico le nuove acquisizioni.

Il percorso artistico di Ernesto Mattiuzzi

L’arte di Ernesto Mattiuzzi inizia con il diploma del corso speciale di Disegno di Figura, ottenuto nel 1919 all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Qui il giovane assimila con convinzione insegnamenti cui rimarrà legato nel corso della sua lunga attività. Per Mattiuzzi l’Arte, “quella con la A maiuscola”, deve trarre ispirazione dalla realtà. Il dipinto – precisa – non potrà mai essere una fredda e fedele riproduzione di essa, come in una fotografia. Anche quando appare “superlativamente verista”, infatti, la realtà è sempre interpretata e fatta propria dall’artista. Interpretazione significa “non solo attenuazione, ma pure accentuazione dei caratteri che la realtà presenta … fino a superare, nell’evidenza descrittiva dei particolari, la realtà stessa”.

Il Colloquio
Il Colloquio, 1958, Padova Musei Civici Museo d’Arte

Mattiuzzi non aderisce ai movimenti di recupero formale e figurativo nati tra le due Guerre, ma li affianca seguendo una propria poetica. Partecipa a diverse rassegne. È presente, ad esempio, alla Biennale veneziana (1924, 1926, 1930, 1936) e a numerose collettive di Ca’ Pesaro. A Padova troviamo il dipinto Pesci all’Esposizione d’Arte delle Tre Venezie del 1926. E uno Studio di testa in bianco e nero alla Triveneta del 1929. Nel 1940, ancora nella nostra città, si unisce in matrimonio con la padovana Lucia Trillo, da cui avrà tre figli. Sarà professore di disegno nelle scuole per molti anni e finirà poi per trasferirsi con la famiglia a Conegliano, dove tuttora abita il figlio Mario.

Il rifiuto delle avanguardie

Mattiuzzi resta sempre legato al realismo pittorico. Non aderisce ad alcuno dei movimenti d’avanguardia nati in quegli anni, che anzi contesta in articoli di riviste e quotidiani. Rifiuta l’Astrattismo Informale e il gesto liberato dalla preoccupazione rappresentativa. Definisce “buffonate” le esperienze della Pop Art. “Scemenze” le invenzioni dell’Arte Cinetica e Programmata. Critica le scelte operate dalla giuria d’ammissione alla Biennale veneziana, perché di parte e non meritocratiche. Un’esposizione, questa, che egli vorrebbe profondamente riformata. Propone anche di creare un Salone degli Artisti Indipendenti Italiani, che accolga tutti i veri artisti. Non quelli, cioè, che nascono frequentando altre professioni o mestieri, come il barbiere o il fornaio. Respinge infine con fermezza coloro che per emergere scelgono di schierarsi politicamente o di conformarsi al gusto dominante. Scorciatoie queste che Mattiuzzi non prenderà mai.

Le opere di Ernesto Mattiuzzi in mostra

Le opere selezionate vanno dagli anni venti agli anni settanta. Ad aprire il percorso espositivo sono gli autoritratti. Fra loro compare anche quello scelto per il manifesto della mostra, eseguito nel 1942. In alcuni Mattiuzzi si raffigura insieme agli strumenti di lavoro. Seguono i ritratti e i soggetti di nudo.

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Scuola di nudo, 1966, Padova Musei Civici Museo d’Arte

Qui è il dipinto Scuola di nudo, donato al Museo d’Arte, sopra ricordato, e una serie di nudi femminili affiancati dal disegno preparatorio. Tecnica che Mattiuzzi padroneggia.

La Mostra Di Mattiuzzi
La mostra Mattiuzzi nella sala delle esposizioni temporanee a Palazzo Zuckermann

Nelle successive scene di genere possiamo apprezzare il suo realismo pacato. Mai le inquietudini esistenziali sono utilizzate per muovere alla denuncia, al sarcasmo, all’impegno politico. Si veda ad esempio Il Comizio del 1948. Qui i partecipanti non mostrano eccessi o intemperanze, ma semmai un atteggiamento riflessivo.

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Il Comizio, 1948, collezione M. Mattiuzzi

Vengono poi le nature morte, dipinte anche ad acquarello.

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Ernesto Mattiuzzi, Natura morta, 1923, collezione M. Mattiuzzi

Infine i paesaggi.

Verso Sera
Verso sera, 1930, collezione M. Mattiuzzi

Palazzo Zuckermann

Padova, Corso Garibaldi 33

Orario: 10-19

Chiuso i lunedì non festivi

Mostra aperta fino al 18 luglio 2021

Ingresso libero

Ernesto Mattiuzzi artista in mostra a Palazzo Zuckermann ultima modifica: 2021-05-28T10:18:44+02:00 da Paolo Franceschetti

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