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Villa Bassi Rathgeb ed il suo museo ad Abano Terme

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La città di Abano Terme ha aperto, da più di due anni ormai, un nuovo museo allestito nella Villa Bassi Rathgeb. La storia della villa inizia nel Cinquecento con Giovanni Antonio Secco, medico originario di Crema ma veneziano d’adozione. Il committente decide di costruire l’edificio per soggiornarvi in terraferma durante l’estate. Lo utilizza come luogo di villeggiatura e azienda agricola, secondo l’uso del tempo. Nella seconda metà del Settecento, la villa viene acquisita da Giovanni Dondi dell’Orologio. Ai primi dell’Ottocento la proprietà passa ai nobili padovani da Camposampiero, poi alla famiglia Zasio. Nel 1979 l’antica dimora si trova in grave stato di abbandono. È allora che viene acquistata dal Comune di Abano e viene ribattezzata Villa Bassi Rathgeb in onore dello studioso e collezionista d’arte Roberto Bassi Rathgeb, bergamasco d’origine ma fortemente legato al territorio aponense. Con la sua morte, il mecenate, lascia al Comune la sua ricca collezione di dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici e mobili d’antiquariato. Il restauro, concluso pochi anni fa, ha permesso di valorizzare la decorazione ad affresco e l’oratorio settecentesco. Gli spazi della villa vengono utilizzati anche per mostre di arte e fotografia, concerti, progetti didattici, eventi e altri appuntamenti culturali.

La Loggia e le sale

Interno Sala Ok
Sala di Cefalo e Procri (Foto di Chiara Colombara)

Villa Bassi Rathgeb presenta al centro della sua facciata una loggia dipinta al suo interno. La decorazione a fresco è divisa in due livelli. In quello inferiore è ricreato un finto loggiato ad archi divisi da colonne doriche in porfido entro cui sono raffigurate scene di paesaggio e figure allegoriche. In quello superiore si apre una balconata ritmata da colonne tortili ioniche binate. Figure di musici si intravedono tra le volte a crociera ornate da grottesche. Non si conosce l’autore degli affreschi. Gli stilemi presenti nella decorazione riconducono gli studiosi ad Antonio Vassillacchi detto l’Aliense. Le sale conservano affreschi di soggetto allegorico, mitologico e biblico databili tra il Cinquecento e il Seicento. Sui lati lunghi del salone principale sono presenti quattro grandi riquadri affrescati. La protagonista è sempre una figura femminile, con la finalità evidente di celebrare le virtù della padrona di casa.

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Sala della caccia (foto di Alessandro Pasquali)

Tra le sale della villa si distinguono, tra le altre, la Sala di Cefalo e Procri, che affronta, ancora una volta, il tema dell’amore coniugale e la Sala della caccia. Qui spicca una movimentata caccia all’orso in un bosco lussureggiante, purtroppo illeggibile nella parte centrale, e una caccia al leopardo, raffigurato in primo piano trafitto dalle picche di due cavalieri.

Roberto Bassi Rathgeb e le vicende della sua collezione

Ritratto Alberto Bassi
Autore ignoto. Ritratto di Alberto Rathgeb, 1880

La raccolta di dipinti e altri beni artistici che si può ammirare in questa villa è donata nel 1972 alla Città di Abano Terme da Roberto Bassi Rathgeb. Nasce a Bergamo nel 1911 da una famiglia colta e benestante. Affascinato dalla figura di Guglielmo Marconi si laurea in fisica a Torino. Grande studioso e collezionista d’arte lega la sua vita ad Abano quando frequenta la città per le cure termali e ne fa una sorta di “buen retiro”. Le opere esposte sono solo una parte, anche se cospicua, della ben più grande collezione di quadri nata dalla passione del nonno di Roberto, Alberto Rathgeb. Uomo d’affari di Zurigo, crea una piccola camera delle meraviglie costituita da dipinti, reperti e altri oggetti antichi. Nel 1891 acquista a Bergamo un palazzo cinquecentesco ancora esistente. Qui conserva la sua pinacoteca che conta oltre seicento opere. Alla sua morte, nel 1898, molti di questi beni sono messi all’asta dal figlio adottivo Giuseppe Bassi. Ciò che rimane dopo questa vendita passa al figlio di Giuseppe, Roberto Bassi Rathgeb. E’ lui, di fatto, che dà vita a una nuova collezione.

I capolavori della collezione Bassi Rathgeb

Il Vecchio Mulino Ok
Alessandro Magnasco detto il Lissandrino. Il vecchio mulino, XVIII secolo

Tra le opere più importanti della collezione, il pezzo più antico è la “Testa di San Paolo” di Liberale da Verona, pittore e miniatore veronese. Splendida la “Sacra famiglia con San Giovanni Battista“ di Giovanni Cariani, influenzato in questo dipinto da Tiziano, Sebastiano del Piombo e Palma il Vecchio. Il “Ritratto del conte Federico Martinengo” è uno dei maggiori ritratti dipinti dal pittore bresciano Moretto. Firmato e datato, il dipinto segna uno sviluppo artistico verso traguardi già definiti precaravaggeschi. Il “Mendicante” di Giacomo Antonio Ceruti, detto “il Pitocchetto” è un ritratto tanto intenso da essere stato scelto come icona del Museo. Alessandro Magnasco dipinge “Il vecchio mulino”, tela seicentesca che riecheggia il paesaggismo di Sebastiano e Marco Ricci. Notevoli i dipinti di Giovanni Migliara e Giuseppe Canella e i ritratti femminili, unici, della collezione: Linda Maria Tallone, sorella minore di Cesare Tallone e Isabella Novak di Rinaldo Agazzi.

Ritratto Linda Tallone Ok
Cesare Tallone, Ritratto di Linda Maria Tallone,1887 circa

La mostra “Seicento-Novecento Da Magnasco a Fontana. Dialogo tra due collezioni”

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Mario Sironi, Composizione con paesaggio e figura, 1944 (Foto di Alessandro Pasquali)

Il Comune di Abano Terme promuove, dal 17 ottobre 2020, la mostra “Seicento-Novecento Da Magnasco a Fontana. Dialogo tra due collezioni”. L’esposizione, allestita nelle sale di Villa Bassi Rathgeb, è curata da Virginia Baradel e Mariella Gnani. E’ in corso fino al 13 giugno e vuole rappresentare l’occasione per mettere a confronto opere d’arte, di stili e epoche differenti. Le une appartengono alla collezione di Roberto Bassi Rathgeb, le altre alla collezione di arte contemporanea di Giuseppe Merlini. Il collezionista e mecenate di Busto Arsizio inizia ad acquistare opere a partire dagli anni sessanta-settanta del Novecento. La raccolta comprende capolavori di scultura, disegni e soprattutto pittura. Sebbene evidentemente diverse, le due collezioni presentano il medesimo profilo di pregio artistico dettato perlopiù dal gusto personale dei due collezionisti lombardi. Il percorso si snoda, tra corrispondenze e dialoghi, attraverso tre sezioni che prendono spunto da tre generi: Ritratto, Natura morta e Paesaggio.

Guttuso Ok
Renato Guttuso, Natura morta sul tavolo rosso, 1942 (Foto di Alessandro Pasquali)

Modigliani, Sironi, De Chirico, Morandi, Severini, Melotti, Guttuso, De Pisis, Fontana e Wildt, sono solo alcuni degli artisti protagonisti della mostra e le cui opere provengono dalla collezione Merlini. Temporaneamente la villa è chiusa al pubblico a causa dell’emergenza sanitaria ma riaprirà appena l’autorità governativa lo permetterà. Per tutte le informazioni utili, è possibile consultare le pagine web del sito www.museovillabassiabano.it.

Villa Bassi Rathgeb ed il suo museo ad Abano Terme ultima modifica: 2021-04-23T09:48:18+02:00 da Alessandro Pasquali

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Bello.

Paola Balderico

Devo assolutamente venire a vederlo

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