Prima di scrivere di erinnofili padovani dobbiamo precisare cosa si intenda per erinnofilo. Erinnofilo deriva dal verbo tedesco erinnern che significa ricordare. Si tratta cioè di un francobollo commemorativo. Non ha valore né postale né fiscale, ma è parimenti oggetto di collezionismo. In passato veniva usato per chiudere le buste in sostituzione della ceralacca e per questo può chiamarsi anche chiudilettera. L’erinnofilo non può sostituire il francobollo perché non costituisce un pagamento di prestazioni postali. Nemmeno nel caso in cui esso abbia indicato un valore sulla faccia. Ciò non toglie che i collezionisti lo applichino a fianco dei francobolli per farlo timbrare. Sembra che sia molto richiesto l’erinnofilo il cui valore facciale abbia contribuito a formare la tariffa di affrancatura. Quello cioè che sia stato confuso per un vero francobollo e come tale timbrato.
I primi erinnofili padovani
Non possiamo dire con certezza in che anno sia stato stampato il primo erinnofilo padovano. Nel catalogo che abbiamo consultato è annotato come più antico quello emesso per il secondo Centenario della morte del beato Barbarigo (1897). Il successivo, tuttavia, è un centenario dell’Università di Padova in realtà mai avvenuto. Altre inesattezze si rinvengono in altre voci dell’elenco. La primogenitura, pertanto, potrebbe non essere attendibile. Le imprecisioni sono facilmente spiegabili con le difficoltà della catalogazione. I francobolli sono legati a un provvedimento amministrativo databile con facilità. Gli erinnofili, invece, nascono in modo ben diverso. In occasione di una fiera, ad esempio, si incarica un illustratore di disegnare il manifesto. Una volta terminato, l’editore può utilizzare il bozzetto in vari modi. Non solo per il manifesto da appendere in un luogo pubblico. Ma anche per la locandina da fissare alle vetrine dei negozi, per la cartolina postale, e appunto per l’erinnofilo.
Nel caso dell’Esposizione Agricola Industriale di Pontevigodarzere (1910) sappiamo che l’editore Passero di Udine utilizza sempre lo stesso bozzetto disegnato da Giuseppe Cecchetto. Per manifesto, locandina, cartolina postale e erinnofilo. Sopra lo vediamo nelle cinque colorazioni conosciute. Proprio a causa della natura “privata” degli erinnofili, la loro catalogazione risulta più complicata. E si spiegano omissioni e imprecisioni. Sarebbe auspicabile integrare e precisare ulteriormente quell’elenco, coinvolgendo il maggior numero possibile di collezionisti locali. In questo articolo abbiamo raccolto alcuni chiudilettera commemorativi di soggetto padovano. Un’ultima considerazione. Non sono considerati erinnofili i chiudilettera che pubblicizzano un’attività commerciale. Possiedono però uguale valore documentale e artistico.
Erinnofili padovani: vicende della Grande Guerra
I sei erinnofili sono opera dell’artista Giuseppe Mazzoni (Modena 1881 – Genova 1957). Mostrano momenti, anche di vita quotidiana, legati alla Grande Guerra.
Nel primo si ricordano i pesanti bombardamenti aerei avvenuti su Padova il 28 e il 29 dicembre 1917. La serie dovrebbe risalire al 1918.
La Fiera di Padova
Quella di Padova è stata una delle prime fiere in Italia a rinascere dopo gli avvenimenti bellici (1919). Oltre all’indubbia rilevanza per lo sviluppo della rete commerciale, la Campionaria costituisce da sempre un’importante vetrina per la città.
A sinistra si vede l’erinnofilo della II Fiera di Padova (1920) tratto dal bozzetto di Ferruccio Scandellari (Bologna 1882-1938). Il manifesto dell’evento e la cartolina illustrata presentano il medesimo soggetto. Poi vediamo i bolli che ricordano la III Fiera padovana (1921) e la VI (1924). Quest’ultimo, firmato “Argo”, è probabilmente un lavoro di Ruggero Pedrini della casa editrice Argo di Bologna.
Qui sopra vediamo i chiudilettera che commemorano la XII Fiera di Padova (1930), la XIV Fiera e VII Centenario Antoniano (1932) e la Fiera Campionaria Triveneta (1935). L’autore del primo è Lucio Venna, pseudonimo di Giuseppe Landsmann (Venezia 1897 – Firenze 1974).
Alcuni erinnofili padovani
A sinistra il VII Centenario della Fondazione dell’Università di Padova (1922). Il bozzetto è di Giuliano Tommasi (Sant’Apollinare, Rovigo 1879 – Padova 1949). Un artista molto interessante che è conosciuto soprattutto per avere decorato la cupola del teatro Verdi dopo il bombardamento subito nella prima Guerra Mondiale. A destra l’erinnofilo del XVIII Congresso della Società Nazionale “Dante Alighieri” (1923). Mostra il ritratto del Poeta con la bolla di dedizione di Zara a Venezia (1409). L’autore è “M. Rigoni”, identificabile in Manlio Rigoni dei Graber (Rovigo 1888 – Padova 1963).
Sopra vediamo tre erinnofili. Del XVI Congresso Nazionale di Esperanto (1931). Del XXI Congresso Filatelico Italiano (1934). E della Giornata aviatoria all’aeroporto di Padova (1934). Tutte manifestazioni tenute in città. Autore dell’ultimo è l’illustratore Fritz Bühler (Basilea 1909 – Colmar 1963).
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