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L’Oratorio di San Michele a Padova, un tesoro artistico da scoprire

Oratorio Di San Michele

L’Oratorio di San Michele si trova lungo Riviera Tiso da Camposampiero poco distante dalla torre della Specola. L’edificio che si vede oggi è quanto rimane di una delle più antiche chiese della città. Le sue origini, infatti, sono probabilmente bizantine e risalgono al VI-VII secolo d.C. All’inizio la chiesa è intitolata ai Santi Arcangeli. Poi, in epoca longobarda, la dedicazione passa a San Michele. Ha una storia millenaria caratterizzata da diverse vicissitudini e passaggi di proprietà. Nel 1792 le pareti sono scialbate e la chiesa è abbandonata. In seguito è chiusa al pubblico per motivi di sicurezza e viene quasi integralmente distrutta. Dallo scempio si salvano parte della facciata, un tratto del muro della navata e una cappella. A ciò si aggiunge un corpo di fabbrica ottocentesco e una nuova abside. Con l’intervento di ampliamento assume la denominazione di Oratorio di San Michele.

La cappella di Santa Maria e il committente Pietro de’ Bovi

La cappella è stata realizzata dopo un incendio avvenuto nel 1390 alla conclusione degli scontri militari tra i Carraresi, i signori di Padova impegnati nella riconquista della città, e i Visconti. All’interno è conservato un ciclo pittorico datato al 1397 e dedicato alla vita di Maria. L’autore degli affreschi è Jacopo da Verona, pittore giottesco, seguace e collaboratore di Altichiero da Zevio. Pietro  di Bartolomeo de’ Bovi, forse cugino di un ufficiale della zecca carrarese, è il committente.

Angelo E Bovi
Sulla sinistra l’Arcangelo Michele pesa le anime e sulla destra ritratto di Pietro de’ Bovi (foto dal sito www.padovacultura.padovanet.it)

Il suo nome è riportato in un’iscrizione a caratteri gotici. Nella scena della Dormitio Virginis è ritratto di profilo a figura intera e a capo scoperto. Vicino a lui sono rappresentati altri personaggi coevi, forse membri della sua famiglia.

Gli affreschi dell’Oratorio di San Michele

Gli affreschi all’interno dell’Oratorio di San Michele costituiscono l’unica opera certa di Jacopo da Verona. Fanno parte dei cicli pittorici inseriti nella candidatura Unesco Padova Urbs Picta. e rappresentano l’ultima testimonianza della pittura giottesca in città. Le scene dipinte iniziano con l’Annunciazione e proseguono con la Natività di Gesù e l’Adorazione dei Magi, affrescate in un’unica parete. Seguono l‘Ascensione e la Pentecoste, che nello schema compositivo riprendono i medesimi soggetti presenti nella Cappella Scrovegni. Infine, chiude il ciclo l’episodio con la Morte della Vergine. San Michele è raffigurato nell’atto di pesare le anime dei defunti. Nel sottarco sono affrescati i Simboli dei quattro evangelisti e i Dottori della Chiesa. Inoltre sono conservati alcuni affreschi cinquecenteschi: una Deposizione e una figura di San Paolo attribuiti a Domenico Campagnola.  

Jacopo da Verona

Jacopo da Verona, come altri importanti artisti del Trecento, è influenzato dal linguaggio e dallo stile giottesco. Nell’Oratorio di San Michele il pittore si distingue per la notevole vivacità narrativa, la spontaneità dei gesti dei personaggi e l’osservazione realistica. Gli episodi raffigurati si caratterizzano per la resa naturalistica dei dettagli e lo studio degli ambienti interni. Jacopo dimostra anche di essere un abile ritrattista come si può osservare nel corteo dell’Adorazione dei Magi. In questa scena l’attenzione dell’artista si concentra sui ritratti di Francesco il Vecchio e di suo figlio, Francesco Novello da Carrara.

Oratorio di San Michele 
Ritratti Carraresi
Ritratti di Francesco il Vecchio e Francesco Novello da Carrara (foto dal sito www.padovaoggi.it)

Il restauro e la visita all’Oratorio di San Michele

L’antico edificio, di proprietà del Comune di Padova e è stato riaperto al pubblico nel 2018 dopo un recente intervento di restauro che lo ha restituito al suo splendore. Con la ristrutturazione il monumento è ora accessibile attraverso la porta principale della chiesa. Un nuovo impianto di illuminazione rende maggiormente fruibile l’ambiente interno. Tra le testimonianze storiche recuperate è visibile pure un sarcofago tardoromano. L’apertura e la valorizzazione del monumento sono possibili grazie alla disponibilità e all’esperienza dei soci dell’Associazione La Torlonga.

Oratorio Di San Michele
 Veduta dall'alto
Veduta dall’alto. Sulla destra parte dell’antica facciata della chiesa (foto dal sito www.padovacultura.padovanet.it)
L’Oratorio di San Michele a Padova, un tesoro artistico da scoprire ultima modifica: 2021-02-26T08:30:00+01:00 da Alessandro Pasquali

Commenti

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Doati Marco

Complimenti ad Alessandro Pasquali per questo suo primo articolo 👍

Paola Balderico

Bellissimo

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