I Colli Euganei sono rilievi di natura vulcanica, di forma e altezza diverse. Le cime principali sono i monti Venda (601 m), della Madonna (532 m), Baiamonte (487 m) e Montegrande (474 m). Occupano un’area di 22.000 ettari, tutelata dal Parco Regionale dei Colli Euganei, istituito nel 1989. Ne fanno parte diversi comuni padovani. Per citarne solo alcuni ricordiamo Arquà Petrarca, Teolo, Rovolon, Torreglia, Baone, Cinto Euganeo, Vo’. I centri Abano Terme, Battaglia Terme, Montegrotto Terme e Galzignano Terme ci ricordano l’importante presenza di termalismo ai piedi dei rilievi collinari.
Il toponimo Colli Euganei
Il toponimo “Colli Euganei” è nato dall’aggettivo latino “euganeus” che si riferisce agli Euganei, una popolazione presente nell’Italia nord-orientale prima dell’arrivo dei Veneti (o Paleoveneti). Oggi l’aggettivo “euganeo” è pertinente ai Colli Euganei, ma può anche utilizzarsi per identificare la città di Padova, definita appunto la “città euganea”.
Formazione e geologia dei Colli Euganei
Anche se oggi riesce difficile immaginarlo, nella zona in cui ora sorgono i Colli Euganei vi era un mare profondo. Circa 160 milioni di anni fa iniziano ad accumularsi i sedimenti che diventeranno rocce calcaree. Partendo dalla più antica ricordiamo il Rosso Ammonitico, che prende il nome dai noti molluschi cefalopodi simili ai Nautilus.
Poi il Biancone a grana fine, la diffusissima Scaglia Rossa e infine le Marne Euganee, rocce di tipo calcareo argilloso. Ma la zona è interessata anche da fenomeni eruttivi. In una prima fase (circa 43 Ma) eventi vulcanici emettono lava basaltica, una colata fluida che si mescola ai sedimenti. Successivamente (30-35 Ma) compaiono magmi acidi e viscosi che diventeranno rocce come la nota Trachite, la più caratteristica pietra locale. Questi sollevano il fondale marino e danno origine a un piccolo arcipelago vulcanico. La Pianura Padana nascerà solo 2 milioni di anni fa.
La flora
La flora euganea è molto ricca e diversificata in zone. Nella macchia mediterranea troviamo il leccio, il corbezzolo, la ginestra e l’asparago. Nelle zone prative a sud, si vedono terreni aridi privi di humus, detti vegri, dove crescono graminacee, biancospino, pruno, ginepro, ginestra, insieme a roverello, orniello e carpino nero.
Sempre a sud ci sono querceti di roverella, albero di Giuda e Bagolaro. Ampi castagneti coprono il versante settentrionale, con un sottobosco di bucaneve, elleboro e narciso. A partire dal Seicento querceti e castagneti sono stati in parte sostituiti dalle robinie, originarie del Nord America, fra le quali crescono il rovo e il sambuco.
La fauna
Negli ultimi decenni la fauna presente nei Colli Euganei è cresciuta molto. L’aumento più significativo, tuttavia, spetta a due specie infestanti importate dall’uomo, i daini e in modo particolare i cinghiali. L’alto numero di questi ultimi è diventato un problema per i danni provocati all’ambiente e alle coltivazioni e per la sicurezza stradale.
E poiché una femmina ha in media sedici piccoli cinghiali all’anno, l’Ente Parco ha dovuto organizzare un piano di abbattimenti selettivi. Ultimamente alcuni colligiani temono che qui possa arrivare anche il lupo, già visto sui vicini Colli Berici; secondo altri è già presente. Vediamo ora i principali vertebrati.
I mammiferi e gli uccelli
Nel gruppo dei mammiferi, oltre ai citati daini e cinghiali, troviamo nei Colli Euganei volpi, donnole, faine, tassi, lepri, ricci, talpe, toporagni, ghiri e, da poco, anche i grandi scoiattoli grigi americani, un’altra specie infestante. Questi, a differenza dei ghiri che vivono di notte, si possono incontrare di giorno.
Sono presenti oltre cento specie di uccelli, stanziali o di passo, che sarebbe lungo elencare. Ricordiamo i grandi rapaci diurni come la poiana, il gheppio e lo sparviero, e notturni come il gufo, la civetta, il barbagianni e l’allocco. Anche il falco pellegrino, la cui presenza ha giustificato l’inserimento dei Colli Euganei tra le Zone di Protezione Speciale (ZPS) europee.
I rettili e gli anfibi
Tra i sauri dei Colli Euganei troviamo il ramarro, la lucertola e l’orbettino. Dei serpenti è comune il biacco nero (scarbonasso), più rari il saettone, la natrice dal collare e quella tassellata. La vipera, assai rara, è l’unico serpente velenoso.
La testuggine d’acqua dolce è minacciata da quella esotica, “liberata” da qualche incauto. Anfibi diffusi sono la rana, il rospo, in particolare quello smeraldino, e la salamandra pezzata. Segnaliamo da ultimo che la raccolta dei funghi è regolamentata, come la raccolta della flora spontanea commestibile, ad esempio aglio orsino, asparago, robinia, che richiede il permesso del proprietario del fondo.