Nella storia degli automobili a Padova ha un ruolo di primo piano Enrico Bernardi (1841-1919). Lo scienziato veronese, laureato in matematica nell’Università patavina e poi professore nella Regia Scuola d’Ingegneria, è uno dei pionieri mondiali in campo motoristico. Un settore di largo interesse per le numerose applicazioni pratiche. Nel 1882 brevetta un suo motore a scoppio per le piccole industrie, che precede di pochi mesi quelli di Benz e di Daimler. Bernardi lo aveva applicato a una macchina da cucire (motrice Pia, dal nome della figlia), che presenta nel 1884 all’Esposizione Nazionale di Torino.
Nello stesso anno lo mette sul triciclo del figlio e realizza così il primo veicolo al mondo azionato da un motore a scoppio a benzina. Poi pensa di porlo su un carrello per spingere una bicicletta (1893). Nel 1894 Bernardi realizza la prima vettura italiana con motore a combustione interna, a tre ruote. Durante il trentennio d’insegnamento a Padova (1879-1910) compirà ulteriori studi, spesso rivolti ad applicazioni pratiche. Nell’automobilismo ricordiamo quelli sul sistema di raffreddamento dei motori, sulla carburazione, sullo sterzo e sulla trasmissione del movimento.
Nasce a Padova la prima fabbrica italiana di automobili
Abbiamo visto che a Padova circolano già dal 1894 “gli automobili” Bernardi, come allora si chiamavano. Si comincerà a parlare di “automobili” al femminile solo diversi anni dopo, quando Gabriele D’Annunzio scioglierà i dubbi di genere paragonandole a “seduttrici”. Nel 1896 nasce in città, in fondo a via San Massimo, la prima fabbrica italiana di automobili realizzate autonomamente. Cioè senza utilizzare licenze altrui. La neocostituita società Miari, Giusti & C., composta da diversi ingegneri cittadini, costruisce motori Bernardi e li applica a biciclette e tricicli, chiamati vetturette. Raggiungono rispettivamente i 25 e i 33 km all’ora: una velocità di tutto rispetto.
Nel 1899 alla Miari e Giusti subentra la Società Italiana Bernardi, fabbrica di vetture automobili e motori a benzina. L’impresa non ottiene il successo sperato. A nulla valgono i numerosi premi conseguiti nelle competizioni sportive ed è presto messa in liquidazione. Il know how aziendale finisce per beneficiare altri, come Giovanni Agnelli. Il fondatore della FIAT, già dal 1892, quand’era ufficiale di cavalleria a Verona, veniva a Padova per conoscere le ricerche di Bernardi.
Gare di automobili: resistenza, velocità, dirigibilità e corsa “lumaca”
Con le automobili nascono chiaramente anche le competizioni sportive. Le classifiche variano a seconda della tipologia del mezzo, dei posti a sedere e del peso. La corsa di resistenza rappresenta una gara insidiosa, perché mette a dura prova l’affidabilità del veicolo. E il fondo stradale in quell’epoca non aiutava di certo. Le cronache narrano che la prima in assoluto si tiene a Torino nel 1898 sul percorso Torino Asti Alessandria Torino (100 km). Antonio Nosadini, assistente tecnico di Bernardi, consegue col triciclo il premio internazionale di velocità. Anche Padova organizza subito esposizioni e gare di automobili. Nel giugno 1899 si tiene la corsa Padova Vicenza Bassano Treviso Padova (180 km). Il giovanissimo Ettore Bugatti (triciclo Prinetti e Stucchi) vince nella categoria “motocicli con avantreno”. Fra le vetture a due posti giunge prima, invece, quella della Società italiana Bernardi, ma ben figura anche la contessa veneziana Elsa Albrizzi (su Benz Ricordi).
Ha luogo poi un esperimento di dirigibilità in Prato della Valle. Qui si deve seguire un percorso segnato fra paletti e con ostacoli nel minor tempo possibile. Sempre a Padova, nel 1900, si tengono altre gare oltre a quelle di resistenza e dirigibilità. Fra i nuovi iscritti si vedono i giovani Vincenzo Lancia e Carlo Maserati. Nascono sia la corsa dei 10 chilometri sul rettilineo Padova Bovolenta, dove si migliora un record del mondo. Sia la curiosa corsa “lumaca”, dove vince naturalmente chi arriva ultimo. Non deve però spegnersi il motore e non vanno usati i pedali, pena la squalifica. Le gare di automobili attireranno molti spettatori anche negli anni successivi, quando non mancheranno nemmeno, purtroppo, incidenti tragici.
Curiosità: le prime targhe e una multa a Vincenzo Lancia
Le prime targhe degli automobili sono attribuite dalle Prefetture, dove vengono registrate. Ma è lo stesso proprietario dell’auto che può realizzarle. Anche con pennello e un po’ di colore. Dal 1901 al 1905 si scrive in nero su bianco il nome della città seguito dal numero. Dal 1905 al 1927 un numero rosso indicante la provincia è seguito dal numero di targa (Padova ha il numero 42).
Solo quella posteriore richiede una piombatura ufficiale, in due punti, al centro. Dal 1927 deve essere indicata la sigla della provincia (PD), che alcuni di noi ricordano perché dura fino al 1994. Le prime regole di circolazione stradale degli automobili, invece, sono stabilite dai prefetti. Una di queste non viene rispettata da Vincenzo Lancia a Padova la sera del 22 giugno 1901 e le guardie di città lo mettono in contravvenzione. Il giovane pilota, infatti, “ad onta del manifesto prefettizio, correva in automobile troppo velocemente e con serio pericolo dei passanti”.
Automobili a Padova: il Museo di Macchine “Enrico Bernardi”
Non possiamo terminare questo breve excursus sugli automobili a Padova senza invitare alla visita del Museo di Macchine “Enrico Bernardi”. Nato nel 1941 per volontà della famiglia, che lo volle legato al vecchio Istituto di Macchine, è ora in via Venezia. Qui oggi si trova il Dipartimento di Ingegneria Industriale, erede del precedente Istituto. Troverete le invenzioni dello Scienziato e molto altro. Fantastica la vettura a tre ruote del 1894, la seconda costruita da Bernardi. L’unica esistente al mondo che funziona ancora con i meccanismi originali.
Molto interessante 😉