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CULTURA LO SAPEVI CHE

Mario Pinton e la Scuola orafa padovana

Mario Pinton Ai Musei Civici Eremitani

Mario Pinton. Gioielli, sculture e poesia è il titolo della mostra dedicata al maestro orafo padovano inaugurata di recente ai Musei Civici agli Eremitani. Fino al 3 luglio sarà possibile leggere le righe e ammirare i lavori del celebre fondatore della Scuola orafa padovana. Sono presenti più di cento opere, unitamente a disegni, bozzetti e scritti, che ne delineano il percorso artistico e ne restituiscono innovazione e creatività particolari.

Studi e insegnamenti

Nato nel 1919, Mario Pinton è figlio di Albano, incisore di oreficeria con officina in via Soncin. Dal padre apprende precocemente l’arte della lavorazione dei metalli. In seguito studia alle scuole d’arte di Padova (la storica “Pietro Selvatico”), di Venezia e di Milano. Nelle prime due tornerà da adulto come docente, ma sarà anche direttore negli istituti d’arte di Padova, Este, Cittadella e dell’Istituto Superiore delle Industrie Artistiche di Urbino.

Mostra
La mostra ai Musei Civici

In Pinton attività didattica e ricerca scientifica si coniugano pure in una serie di scritti, in gran parte inediti. Pensieri, teorizzazioni, e anche poesie, talvolta pubblicate, sono presenti nella mostra dei Musei Civici.

Mario Pinton orefice

Nel secondo dopoguerra una nuova sensibilità pervade il mondo dell’oreficeria. Il gioiello non è solo un oggetto d’ornamento, ma essenzialmente un prodotto artistico. Di questo, Pinton ne è convinto. In questi anni l’artista padovano realizza manufatti in lamina, leggeri e figurati, senza preoccuparsi del dominante astrattismo. La sua è una scelta classicista che si rifà al mondo greco, etrusco e romano con lavorazioni altamente raffinate. All’astrattismo Pinton approda solo nel decennio seguente e con grande naturalezza, seguendo un suo percorso di forte semplificazione formale. Inoltre, egli riduce al minimo la materia per esaltare la leggerezza del manufatto, quasi mai superiore ai venti grammi di peso.

Mario Pinton Bracciale Oro Giallo Smeraldi 1961
Mario Pinton, bracciale, oro giallo e smeraldi, 1961 (foto da www.museodelgioiello.it – Vicenza)

Le spille, eseguite dalla fine degli anni settanta, comunicano garbo e moderazione.

Mario Pinton Spilla Oro E Zaffiro 1979
Mostra di Padova: Mario Pinton, spilla, oro e zaffiro, 1979

Gli anelli diventano cubi di plexiglas colorato negli anni ottanta, ma le soluzioni da lui adottate sono numerose, molteplici e in qualche caso “divertenti”.

Mario Pinton Anello Oro Giallo E Plexiglas 1995 Foto Da Www.museodelgioiello.it
Mario Pinton, anello, oro giallo e plexiglas, 1995 (foto da www.museodelgioiello.it – Vicenza)
Mario Pinton Riflettente Astrali Carta Metallizzata 2003
Mario Pinton, riflettente astrali, carta metallizzata, 2003

Pinton è inoltre scultore, ed anche in questo campo è guidato dalla peculiare esigenza di purezza che si sposa felicemente con le realizzazioni in ambito sacro.

Oreficeria Sacra
Mario Pinton, oreficeria sacra alla mostra di Padova

La Scuola orafa padovana

Anche dopo la morte di Mario Pinton (2008) persiste in Padova un centro di ricerca e sperimentazione nel campo del gioiello, alimentato dagli allievi, poi maestri a loro volta. Le loro opere si legano idealmente in un gruppo che, nelle rassegne allestite al di fuori dei nostri confini nazionali, viene battezzato Scuola orafa padovana. L’attività continua tuttora proficuamente ed è giunta alla quarta generazione. In mostra sono visibili gioielli di due esponenti assai noti del gruppo, in rappresentanza di tutti: Francesco Pavan e Graziano Visintin.

Mario Pinton in mostra con i colleghi stranieri

Le opere del maestro padovano, nella rassegna dei Musei Civici, si affiancano anche a quelle di altri colleghi stranieri, parimenti artefici del ricordato rinnovamento. Hermann Junger dell’Accademia di Belle Arti di Monaco; Manuel Capdevila della Scuola Massana di Barcellona; Max Frölich di Zurigo; Klaus Ullric della Kunst Werkschule di Pforzheim (Germania); Yasuki Hiramatsu, a lungo docente all’Università delle Arti di Tokio. Ma sono presenti anche smalti di Paolo De Poli, vetri di Fulvio Bianconi, tessuti di Renata Bonfanti e Sandra Marconato, per rendere l’ambiente padovano degli anni cinquanta e sessanta. La mostra è curata da Luisa Attardi e Mirella Cisotto Nalon ed è promossa dall’Assessorato alla Cultura e dall’Associazione Amici del Selvatico, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Il catalogo contiene numerosi saggi di diversi autori ed è edito da Skira.

Mario Pinton e la Scuola orafa padovana ultima modifica: 2022-04-13T22:24:28+02:00 da Paolo Franceschetti

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