Primo Modin è uno degli artisti padovani più interessanti di Otto-Novecento. Di lui si conoscono purtroppo pochissime opere, ma queste, da sole, bastano a darci un’idea della sua straordinaria abilità. Primo Modin fa parte inoltre della nota famiglia di imprenditori che ha gestito l’importante distilleria di Ponte di Brenta. E anche per questo motivo la sua figura suscita una curiosità ancora maggiore.
I primi insegnamenti di pittura
Primo Modin nasce a Padova il 21 novembre 1868. Il suo primo maestro di pittura è Augusto Caratti (1828-1900), un apprezzato ritrattista cittadino. In seguito, a vent’anni d’età, si reca a Firenze per seguire il corso speciale di Figura presso il Regio Istituto di Belle Arti (Accademia).
Nel capoluogo toscano ha modo di conoscere la pittura di macchia, che da molti anni rende sinteticamente la realtà mediante accostamenti di campiture cromatiche omogenee. I Macchiaioli dipingono di preferenza gli aspetti meno celebrativi, come ad esempio quelli legati alle battaglie risorgimentali. Giovanni Fattori, esponente di spicco del movimento, insegna Pittura proprio nell’Istituto fiorentino. In città è presente pure il critico Diego Martelli, sostenitore dei Macchiaioli ed estimatore degli Impressionisti francesi. Un ambiente, quindi, certamente stimolante. Modin frequenta i corsi per tre anni. Poi, avendo sete di nuova conoscenza, cerca stimoli altrove.
L’arrivo a Monaco di Baviera
Nell’autunno 1891 Modin giunge a Monaco di Baviera. Qui segue presso l’Accademia di Belle Arti i corsi di Pittura dal vivo di Karl Raupp. L’artista è apprezzato per le sue vedute animate (cioè con personaggi) sulle rive del lago Chiem. Si tratta di dipinti realisti che si avvicinano per taluni aspetti alla coeva produzione lagunare. A Monaco, da lungo tempo, il pittore più noto è Franz von Lenbach, che ispira molti artisti locali. Lenbach, a propria volta, guardava ai dipinti (specialmente ai ritratti) di Giorgione e di Tiziano. Questo tipo di pittura, costruita con forza e con rilievo e dal colore un po’ cupo, da noi era definita monacense. E tali caratteristiche talvolta si rinvenivano anche nelle opere di Modin. Si riconoscevano, ad esempio, in Testa di Cristo e in Bavarese esposte a Padova qualche anno dopo (oggi di ubicazione sconosciuta).
Quando Modin giunge a Monaco, si sta affacciando alla ribalta anche il giovane pittore Franz von Stuck e si prospettano grandi cambiamenti in campo artistico. Nel 1889, al Glaspalast, Stuck aveva già stupito con l’opera simbolista Il guardiano del Paradiso. Nell’estate del 1892, poi, si costituisce in città pure la Secessione: un’associazione formata da un centinaio di artisti a prevalenza simbolista per organizzare mostre e trovare nuove modalità espressive. Il pittore padovano rimane in Baviera almeno fino al 1894. Ha certamente modo, quindi, di visitare quelle rassegne e di osservare da vicino quei tentativi di rinnovamento.
Primo Modin espone alla Triennale di Milano e a Firenze
Nel 1894 Primo Modin invia un ritratto, di cui non sappiamo nulla, alla seconda Triennale di Milano. Nella prima edizione, come noto, si erano distinti i pittori divisionisti. Le opere realizzate con tale tecnica presentano dei filamenti più o meno lunghi di colore puro, non mescolato, accostati gli uni agli altri. Questo procedimento aumenta la luminosità generale della composizione analogamente al puntinismo di Seurat e di Signac, cui si avvicina. Nel divisionismo, però, il metodo di stesura del colore è più emozionale e meno scientifico. Anche il pittore padovano adotterà tale tecnica in alcuni lavori. Due anni dopo, nel 1896, Modin presenta una Testa di vecchia all’importante Mostra dell’Arte e dei Fiori di Firenze. E nel 1898, al Congresso Geografico allestito sempre nel capoluogo toscano, appare un apprezzato ritratto del professor Giovanni Marinelli.
La Secessione padovana del 1897
Tra luglio e agosto 1897 i pittori Primo Modin e Domenico Menotti Bonatti e lo scultore Serafino Ramazzotti organizzano una piccola rassegna alla Gran Guardia. Le opere esposte testimoniano l’adozione di nuove modalità espressive e pertanto nella mostra può legittimamente ravvisarsi un’inedita Secessione padovana. Il Circolo Artistico locale non viene coinvolto. La rassegna non ottiene purtroppo il successo sperato e non ripaga le spese, ma l’importanza dell’evento rimane. Tralasciamo di descrivere i lavori di Bonatti e di Ramazzotti, perché lo spazio non lo consente, e accenniamo a quelli di Modin. Sono presenti opere definite monacensi dai critici: “costrutte solidamente e di espressione intensa e nera”. Una in particolare è “fatta di prima con poche pennellate e più che a corpo di colore quasi con una sola velatura”. Modin espone anche un’opera divisionista e ciò è importante perché è la prima (documentata) in ordine di tempo ad apparire in città.
L’opera divisionista esposta è una mezza figura intitolata Cattivo umore. Mostra “un giovanotto che guarda fissamente dinanzi a sé con l’occhio torvo tenendosi sotto i denti il labbro inferiore, e annegando nel vino l’ira lunatica. E’ una testa gustosissima per la potenza riproduttiva del sentimento, luminosa e chiara, fatta un po’ alla maniera dei divisionisti”. Il pittore padovano presenta poi pastelli dai toni chiari, fresche impressioni rese con grande semplicità e teste dipinte a chiaroscuro.
Primo Modin si mette a “fare dello spirito”
Dall’inizio del Novecento Modin collabora con il padre alla gestione della distilleria Rigato di Ponte di Brenta. Intorno agli anni venti la famiglia ne diverrà proprietaria e renderà celebre il marchio “Modin”, oggi acquisito dai concorrenti Bonollo. Primo Modin continua naturalmente a esporre, in prevalenza a Padova, e partecipa da protagonista all’attività sociale del Circolo Artistico. Di tali lavori, purtroppo, non rimane traccia. Unica eccezione è il ritratto sottostante, apparso in una mostra cittadina nel maggio-giugno 1912. Il dipinto è attualmente conservato presso l’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti.
Primo Modin scompare a Padova il 28 gennaio 1928. Ci auguriamo di riuscire a rinvenire nel prossimo futuro nuovi lavori di questo interessante artista. Magari con l’aiuto di chi legge questo breve ricordo.
Per approfondimenti
Vedi il mio Primo Modin, dalla pittura alla distilleria, in “Padova e il suo territorio”, 194, luglio-agosto 2018, XXXIII, pp. 35-39.
Grande storia che ci riporta indietro nel tempo. Grazie