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ARTE COSA VEDERE

Capolavori della Fondazione Oskar Reinhart a Padova

Mostra Goldin Al Centro San Gaetano

I capolavori della Fondazione Oskar Reinhart saranno a Padova al Centro San Gaetano dal 29 gennaio al 5 giugno 2022, in una mostra curata da Marco Goldin. Il critico d’arte ci condurrà alla scoperta della pittura tedesca e svizzera attraverso il XVIIIXIX e parte del XX secolo, dal Romanticismo all’Impressionismo. Attraversando 150 anni di storia, dalla seconda metà del Settecento sino alla Grande Guerra, il curatore ha voluto scegliere un filo conduttore, la montagna, per guidare il visitatore attraverso una vera e propria narrazione visiva. Le vette montuose, percorse dagli Olandesi nel ‘600 durante i loro commerci verso il sud dell’Europa, erano considerate luoghi di pericolo e di morte. Ecco che nel ‘700 appaiono i primi dipinti sulle Alpi: è l’altitudine e la magnificenza che traspaiono in questi quadri, la forza di una Natura che l’uomo vede inarrivabile, sublime e all’interno della quale egli si sente solo e indifeso.

I Dents Blanches Da Champery 1916 Hodler, uno dei capolavori della Fondazione Oskar Reinhart
Ferdinand Hodler, I Dents Blanches da Champery, 1916

I capolavori della Fondazione Oskar Reinhart

La Fondazione Oskar Reinhart è un’antico amore di Goldin, che nel 1985, subito dopo la laurea, fece un viaggio in Svizzera e rimase colpito dalla ricchezza della collezione. La Fondazione Oskar Reinhart si trova a Winterthur, vicino a Zurigo, una cittadina sviluppatasi economicamente nel ‘700. La famiglia Reinhart si arricchì producendo e commerciando in tessuti. Alcuni suoi componenti amavano l’arte; tra loro Oskar divenne collezionista. Egli raccolse 600 opere e circa 7.000 disegni su carta. Oskar Reinhart non amava particolarmente gli Impressionisti (ad eccezione di Van Gogh e Cezanne). Inoltre se esistevano diverse versioni dello stesso quadro, egli preferiva scegliere la prima, quella in cui l’artista non era formato: egli voleva cogliere “la prima idea”. Determinante per sua attività fu la mostra berlinese del 1906, dedicata all’arte tedesca del XIX secolo, di cui uno dei rappresentanti è Caspar David Friedrich, caduto nell’oblio e riscoperto qui a Berlino.

Il Richisau 1958 R.koller
Rudolf Koller, Il Richisau, 1858

Dai Romantici a Segantini: il progetto di Goldin

Da quel viaggio in Svizzera del 1985 il curatore Goldin conserva l’idea di progettare una mostra composita per far conoscere il meglio della collezione. Riceve la proposta dalla Fondazione Reinhart di esporre 120 opere da loro scelte. Egli chiede invece di avere a disposizione l’intera raccolta, per poter selezionare personalmente le opere più rappresentative, da inserire nel suo progetto Geografie d’Europa. L’obiettivo è di raccontare Germania e Svizzera tramite i dipinti del tempo. L’ottica di costruzione della mostra è quella del romanzo ottocentesco: non solo quadri esposti, ma opere d’arte immerse nei luoghi che raccontano. Lo spettatore ammirerà attraverso le enormi fotografie che rivestiranno i muri delle sale espositive, immagini di vasti ghiacciai, di vette, di alpeggi, che saranno il contorno delle 76 opere scelte.

Paricolare Allestimento Delle Sale Capolavori della Fondazione Oskar Reinhart
Paricolare allestimento delle sale

Sette le sezioni tematiche, ordinate per cronologia dal Pre-romanticismo di Caspar Wolf al Divisionismo di Segantini, attraverso la descrizione accurata delle poetiche degli autori.

Il Pre-romanticismo di Wolf e il Romanticismo di Friedrich nei capolavori della Fondazione Oskar Reinhart

Apre la prima sezione la montagna, con Caspar Wolf (1735-1783) il primo pittore moderno delle Alpi, considerato un pre-turneriano, e Alexandre Calame. A seguire una preziosa sezione dedicata al padre del Romanticismo tedesco, Caspar David Friedrich, di cui sono presenti cinque opere tra cui Le bianche scogliere di Rugen, dipinto nel 1818 durante il suo viaggio di nozze. Il quadro è considerato un manifesto del Romanticismo. Immersi nella natura, vengono ritratti tre personaggi: una donna che indica un punto indefinito in basso verso le scogliere, un anziano carponi al centro della scena, che cerca di guardare quanto indicato dalla donna, e infine un giovane sulla destra che scruta all’orizzonte due barche. Rappresentati qui simbolicamente i temi romantici dell’amore, dell’anima, della morte e della natura.

Il Post-romanticismo verso il Realismo

A seguire i post romantici tedeschi e svizzeri con i paesaggi di Carl Blechen (1798-1840) e Albert Anker (1831-1910). Arnold Böcklin (1827- 1901) è rappresentato qui con il celebre Pan nel canneto ed altre opere. Il pittore faceva parte del gruppo dei Deutschromer, artisti tedeschi trasferiti a Roma. Evidente l’influsso nei suoi dipinti del mondo classico e dei miti, atmosfere respirate nei suoi viaggi e permanenza in Italia, con un forte evocazione all’interiorità e ai principi della Natura. La sezione dei ritratti dedicata ad Anker ed Hodler (1853-1918) colpisce per la ricchezza delle opere. In entrambi gli artisti è forte l’influenza francese e del realismo di Courbet, che indusse molti pittori dopo la metà dell’Ottocento ad abbandonare i rigidi insegnamenti delle accademie tedesche.

Lasilo 1890 Anker
Albert Anker, L’asilo, 1890

Dall’ impressionismo in Germania al divisionismo: Giacometti e Segantini

Nelle ultime due sezioni la pittura svizzera tra Otto e Novecento cambia colore. In Paesaggio alpino con donna all’abbeveratoio, la tecnica divisionista di Segantini (1858-1899) trasmette limpidezza e spazialità. Nell’atto quotidiano di raccogliere l’acqua traspaiono pace interiore e sospensione cosmica. Giacometti (1868-1933) e l’amico Amiet (1868-1961) sperimentano nuove e moderne materialità di colore e tratto. E’ una vera e propria comunità di artisti quella che vive tra queste montagne in quegli anni. Sono i luoghi attorno al passo del Maloja e la zona di Oberland bernese per Holder. Infine Holder chiude la mostra con Lo sguardo nell’infinito (1916).

Sguardo Nellinfinito 1916 Ferdinand Hodler
Ferdinand Hodler, Sguardo nell’Infinito, 1916

Siamo all’inizio della Grande Guerra: colpisce l’intensità e la modernità dell’opera, fortemente simbolica. Vi si legge il dramma interiore del pittore, che aveva perso la compagna, e quello storico del tempo. Le donne danzano sospese nello spazio, lo sguardo perso nel vuoto, le mani accostate indicano la loro solitudine.

Capolavori della Fondazione Oskar Reinhart a Padova ultima modifica: 2022-02-02T08:00:00+01:00 da alessandra zora

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Julieta B. Mollo

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