Il pittore Leo Borghi se ne è andato a 84 anni, il 31 maggio ultimo scorso. La moglie era scomparsa solo pochi giorni prima. Nato a Montagnana nel 1937, dal 1950 risiedeva in città. Abitava in zona Brusegana. Artista molto conosciuto e amato, aveva saputo cogliere l’identità e il fascino del nostro territorio nelle suggestioni della Padova medioevale. Un periodo storico particolarmente caro a chi, come lui, proveniva da una splendida città turrita, ricca di vestigia del proprio passato.
Il percorso artistico di Leo Borghi
Leo Borghi riceve i primi rudimenti di tecnica dal padre pittore, poi da Antonio Morato. In seguito diviene allievo della scuola “Selvatico”. Inizialmente utilizza un colore pastoso, con tratti veloci e mossi per rendere l’immediatezza dell’ambiente e delle emozioni che esso suscita. Vi si rinvengono accenti espressionisti. Sono interpretazioni marcatamente interiori e personali, che negano sia l’impostazione novecentista di recupero formale sia la via dell’astrattismo. Ritroviamo sullo stesso percorso altri artisti veneti degli ultimi anni Cinquanta. Una generazione che sentiva l’esigenza di recuperare la figura umana e l’ambiente naturale come antidoto al ricordo drammatico degli eventi bellici. A questo periodo risale l’olio su tela Ragazza con gatto (1957).
Con il passare degli anni i dipinti divengono sempre più essenziali nella loro composizione. Pochi elementi sono rappresentati di getto, con pennellate larghe e materiche. Ciò appare evidente nelle nature morte.
I paesaggi di Leo Borghi
Analogamente alle nature morte, anche i paesaggi di questi anni sono composti con pochi elementi. Una casa, un albero quasi privo di foglie, un grande monte sono sufficienti. Pochi tratti li delineano, rendendoli riconoscibili e cogliendoli nella loro essenza. Leo Borghi li sceglie per la loro capacità di evocare vecchi ricordi intimi e di suscitare emozioni.
La materia pittorica in questi primi paesaggi, al contrario delle nature morte, inizia a rarefarsi. Si vuole forse con questo espediente rendere l’evanescenza del ricordo, che naturalmente sbiadisce con il trascorrere del tempo. Sono paesaggi che nascono da viaggi reali, effettuati dal pittore nella Penisola, o dai suoi amati giri in bicicletta sui Colli Euganei.
Le suggestioni storiche
Dalle memorie personali di viaggio, l’artista passa poi all’evocazione di ricordi storici. Appaiono ora i frammenti di un antico passato. I riferimenti sono molteplici: il periodo etrusco; il pompeiano romano; il Medioevo, con al centro Padova e i suoi castelli turriti. La materia pittorica si distende ancora e diventa più rada. I colori utilizzati, talvolta uniti a pomice e in prevalenza caldi, come le terre di Siena, restituiscono frammenti di reperti archeologici, encausti pompeiani, affreschi romani. Appaiono personaggi storici, come Federico II di Svevia, Ubertino e Francesco il Vecchio da Carrara, Fina de’ Buzzacarini, Ezzelino da Romano e Francesco Petrarca.
Emergono episodi e figure del Medioevo cittadino e del suo territorio, che toccano la coscienza dell’osservatore e la memoria comune. Le opere assumono una cifra caratteristica, facilmente riconoscibile. Ampie campiture sulla tela sono lasciate al colore di fondo come invito alla riflessione. Non esattamente confortante. Semmai problematica per il riferimento alla precarietà della vita e alla fugacità dell’opera dell’uomo, anche protagonista del suo tempo.
Opere in edifici pubblici
Nella sua lunga attività d’artista, che comprende la partecipazione a numerose esposizioni, Leo Borghi è stato chiamato anche ad abbellire luoghi pubblici. In un sottoportico di Piove di Sacco si trova un affresco rappresentante San Martino (1994). Nel nuovo Tribunale di Padova è presente un grande olio su tela che raffigura La Giustizia nel Medioevo padovano (1995). L’ampio affresco Annunciazione e Natività, invece, decora una parete della Chiesa di Santa Maria Assunta, ancora a Piove di Sacco (1996). A Padova un affresco con la Storia di Santa Rita (2000) è visibile nella Chiesa dedicata alla Santa. E due lunette eseguite a olio su tavola si trovano a San Giuseppe: Natività e Fuga in Egitto (2000).
Per concludere il nostro breve ricordo dell’artista, ricordiamo la tempera su tela realizzata per il palio di Montagnana nel 1992. Qui il soggetto scelto è Guidoriccio da Fogliano sconfitto dai Carraresi a Montagnana nel 1337. Va menzionato poi il lavoro ornamentale di Leo Borghi per la Nave Mediterranea della Costa Crociere (quattro oli su tavola, 2002). E, infine, il suo recente impegno, con risultati più che apprezzabili, nel campo della decorazione ceramica.
Le immagini dell’articolo sono tratte per la maggior parte da Leo Borghi: Sentimenti del tempo, catalogo della mostra a cura di Alessandra Possamai Vita, Padova 2011.
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