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Palazzo Mussato, antica dimora di una nobile famiglia padovana

Allegoria Magnanimità Presentazione

Palazzo Mussato è un’antica dimora storica appartenuta ad una nobile famiglia padovana. Si trova in via Concariola, tra via del Vescovado e via Tadi, a Padova. La famiglia vanta origini antiche. Nel 1227 Viviano del Musso, proprietario terriero e feudatario di Busiago, frazione di Campo San Martino (PD), sposa una nobildonna di Tavo di Vigodarzere aumentando potere e ricchezza. La nobiltà dei Mussato è attestata dallo stemma gentilizio raffigurante un asino rampante azzurro in campo d’oro. “Musso” è un termine dialettale veneto che significa, non a caso, asino. Da qui deriva il nome della famiglia che trae lustro da una lunga serie di personaggi distintisi per meriti civili e soprattutto culturali. Molti sono infatti coloro che insegnano presso l’ateneo patavino come giuristi e letterati. Altri rivestono un ruolo ecclesiastico e molti altri, infine, esercitano le più importanti cariche pubbliche nel governo della città.

La storia di Palazzo Mussato

Palazzo MussatoBinary Comment

I Mussato possiedono beni immobili nella contrada Concariola fin dalla metà del Seicento. La ricostruzione settecentesca del palazzo si deve a Vitaliano. Il progetto è affidato a Girolamo Frigimelica. All’avvio dei lavori, l’architetto è presente in città, impegnato nella realizzazione del progetto della chiesa di Santa Maria del Pianto meglio conosciuta come chiesa del Torresino.  L’edificio viene portato a termine, entro il 1750, dal figlio Galeazzo, figura di spicco dell’epoca nonché fondatore, nel 1748, del Teatro Nuovo, poi intitolato a Giuseppe Verdi. È Giulio Mussato che, sposando la nobile Lucrezia Giustiniani, accresce il prestigio della famiglia diventando patrizio veneto nel 1776. L’ultimo inquilino del palazzo è Alvise. Nel 1846 dispone la vendita non solo dell’immobile ma anche delle numerose opere d’arte in esso conservate. Acquistato nel 1853 dal Comune di Padova, l’edificio diviene prima sede delle Regie Guardie di Polizia. Poi, tra il 1877 e il 1937, ospita l’Istituto femminile Scalcerle. Dal 1940 ad oggi è la sede della Scuola Media “Francesco Petrarca”.

Albertino Mussato

Palazzo Mussato Statua Albertino M Matteo De Fina
Foto di Matteo De Fina

Il nome più noto tra i membri della famiglia Mussato è quello di Albertino, allievo di Lovato de’ Lovati. Notaio, oratore, politico, storico e poeta è vissuto a Padova tra Duecento e Trecento. La sua fama in città è testimoniata dalla statua, opera di Giuseppe Petrelli, in Prato della Valle. Sempre qui si trova una seconda statua eretta alla memoria di Gianfrancesco Mussato, altro illustre componente della famiglia. Il ricordo di Albertino, tra l’altro, rimane ancora vivo nel toponimo della riviera a lui dedicata nei pressi del palazzo. Tenace difensore della libertà comunale, partecipa eroicamente alla guerra contro Cangrande della Scala. La sua opera più celebre e importante è la tragedia Ecerinis dedicata alla figura di Ezzelino III da Romano, vicario imperiale di Federico II. Nel 1328 Padova è ceduta a Cangrande ed è proclamata la pace. Albertino Mussato, spogliato degli ultimi suoi beni, lascia la sua città. È esiliato e muore a Chioggia.

La lapide nell’androne

Giulio Antonio Mussato è l’autore del testamento (1689) scolpito nella lapide apposta un tempo sulla facciata di Palazzo Mussato. Attualmente è visibile nell’androne, lungo la parete a sinistra del vestibolo da cui inizia lo scalone in marmo che conduce ai piani superiori. Il testamento riporta un codicillo in cui proibisce ai suoi successori di giocare d’azzardo, alle carte, ai dadi e di fare pegni. Intima anche di pagare le tasse, di tenere in ordine il palazzo e gli altri immobili di proprietà della famiglia che si trovano nella provincia di Padova. Questi obblighi rimanevano vita natural durante e chi li avesse infranti avrebbe perduto l’eredità dei Mussato. La preoccupazione di Giulio Antonio risulta fondata. Un nipote, Vitaliano, è giocatore e perde molto denaro. Lo stesso però, si ravvede e riesce a rimettere in sesto le finanze della famiglia. Anzi, attraverso la coltura delle terre possedute riesce a guadagnare abbastanza da potere dar seguito alla rifabbricazione del palazzo.

Il salone da ballo di Palazzo Mussato

Il salone da ballo, di pianta quadrangolare, con gli angoli smussati è ritmato lungo le pareti da una serie di colonne composite e paraste con volute ioniche e foglie d’acanto nei capitelli. Rimandano ad un gusto classicizzante e rivelano nel loro disegno l’intervento di Frigimelica. Sulla parete di fondo, verso il cortile, si nota l’antico ballatoio.  La struttura in legno è impiegata per ospitare i musici durante le feste che si tengono nel palazzo.  Al centro del soffitto del salone, sagomata da una cornice mistilinea, si apre una scena di carattere allegorico. Si tratta probabilmente di un’Allegoria della Fortezza, Giustizia e Temperanza.  L’opera è dipinta da Fabio Canal nel 1760 circa. Lo stato di conservazione attuale impedisce di identificare con certezza le personificazioni rappresentate.

La decorazione all’interno

Palazzo Mussato Vaso Di Fiori

La decorazione interna a stucco e ad affresco è un compendio del gusto rococò tipico della metà del Settecento. É caratterizzato da eleganza, raffinatezza, leggerezza di tocco e illusionismo prospettico  a cui si aggiungono tematiche mitologiche e allegoriche a celebrazione della famiglia Mussato. Oltre a Fabio Canal, emergono le figure del veneziano Francesco Zugno e dell’ornatista con cui quest’ultimo collabora, Francesco Zanchi. Le tre principali scene affrescate nei soffitti delle sale al piano nobile del palazzo sono l’allegoria della Magnanimità, la Prudenza e la Virtù che sconfiggono l’Ignoranza, e la bellissima Diana con tre putti.

Part. Affresco Ignoranza

Delicatissimi stucchi bianchi su fondo verde caratterizzano la stanza dell’Alcova, ora ufficio di segreteria della scuola Petrarca. Un tempo incorniciavano sei grandi tele di soggetto arcadico opera del paesaggista Giuseppe Zais. Questi, assieme ad altrettanti dipinti con storie di Alessandro, Scipione e Sofonisba, realizzati da Jacopo Guarana e Domenico Fedeli detto il Maggiotto sono attualmente collocati nelle sale espositive dei Musei Civici di Padova. La Sala delle Divinità (Bacco, Venere, Mercurio, ecc.) presenta una decorazione a monocromo lungo le pareti entro riquadrature di stucco di gusto rocaille dai colori contrastanti.

Palazzo Mussato, antica dimora di una nobile famiglia padovana ultima modifica: 2021-03-30T10:19:37+02:00 da Alessandro Pasquali

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