Il Circo del Gitano è il titolo della personale del giovane pittore-artista Francesco Casati, che la libreria Minerva in via del Santo 79 a Padova ospiterà sino al 10 di aprile. Non è nuova la libreria Minerva ad iniziative culturali di questo tipo. L’atmosfera senza tempo delle sue stanze ben si presta ad accogliere la narrazione di Casati che, attraverso una ventina di quadri, una serie di tavole di 30 x 25 centimetri e tre opere più grandi, ci conduce in un circo magico ed ironico. E’ una dimensione sospesa che richiama all’infanzia e ai suoi giochi. Non c’è nostalgia in questo richiamo, ma il desiderio dell’artista di dare una chiave di lettura della realtà, tramite un linguaggio che richiama al tempo del bambino, quel bambino che ognuno di noi è stato e che ancora qualche volta è, se pur in età adulta.
Prezioso il catalogo di questa personale, curato da Roberto Nardi, che con passione e cura ha descritto quella che egli stesso ha definito la sua interpretazione dei quadri del giovane pittore, spesso tramite stimolanti riferimenti letterari.
Il circo del Gitano e i suoi personaggi
I quadri del Circo del Gitano richiamano alle suggestioni che ritroviamo nel romanzo di Mario Vargas Llosa “La guerra della fine del mondo” – Einaudi 1983. In questo circo vivono venti personaggi, esseri strani, forse insoliti nell’aspetto, ma veri nei sentimenti. Un Nano, una Donna Barbuta, un Uomo Ragno, il Gigante Pedrin ed altri che, proprio stando insieme, non si vergognano più delle loro stranezze e condividono la loro anormalità nella piena normalità. Casati ci riporta a questi personaggi: ritrae la loro casa, il tendone circo e loro, in quadri in sequenza dove le immagini sembrano fatte della materia dei sogni. I colori a volte decisi, altre eterei, le linee vaghe, indefinite, altre volte marcate, danno l’idea della complessità umana, perché questo forse non è un circo di fantasia, forse è il mondo, forse siamo noi.
Troviamo una ballerina un po’ “abbondante”, ma lieve nel movimento, un elefantino sospeso nel nulla, un piccolo e scherzoso lucifero sulla luna, due ombre che danzano, un arciere che nasce da un gheriglio di noce. Lo spettatore guardi questi piccoli quadri e ne legga il titolo, poi dia egli stesso la sua interpretazione: Casati infatti è curioso di sapere cosa vediamo noi nei suoi dipinti.
Il giardino dell’Europa
Uno dei tre quadri di grandi dimensioni si intitola Il Giardino D’Europa. Un uomo cammina aiutandosi con due racchette, sembra quasi scalare un pendio. Sulle sue spalle un bimbo, entrambi indossano un abito da Arlecchino. Non c’è paesaggio, solo una nuvola rosa all’orizzonte. Casati ci dice che l’ispirazione di questa opera è del tutto personale: il giardino d’Europa è il Monte Baldo (ricordo d’infanzia), il richiamo è al nonno e alla sua ironia (gli abiti da Arlecchino), tanto importante per vivere con pienezza e che egli ha trasmesso al nipote. Da qui la scacchiera dell’abito che tra adulto e bambino sembra essere un tutt’uno.
Il curatore Roberto Nardi in merito al quadro cita “La strada ” di Cornac McCarthy e la scena del libro in cui padre e figlio percorrono terre distrutte da una apocalisse, in un tempo forse post-nucleare, senza più né natura né umanità. Autorizzata dal pittore a dare la mia interpretazione e non sapendo che il Monte Baldo è definito il giardino d’Europa per la ricchezza della sua flora e fauna, in questo quadro ho visto altro, forse ingenuamente. Ho visto la nostra Europa, fatta di persone più forti (l’uomo) e persone più fragili (il bambino), unite necessariamente nel cammino, nelle sorti, pur nella diversità (l’abito da Arlecchino), verso un destino che vorremmo migliore, di pace (la nuvola all’orizzonte).
I trastulli del Beato turbamento
Casati è un pittore-artista che gioca con colori e materia, ombre, luce e oggetti. Nella sala-cripta al piano inferiore della Libreria dà vita ad un’istallazione, intitolata i trastulli del beato turbamento. Sono scatole di latta e piccoli giochi di legno, disegni colorati con forme indefinite. E’ la stanza di un bimbo dove gli oggetti colpiti dalla luce riflettono ombre giganti sui muri, è la stanza dove nascono i primi turbamenti.
Breve nota sull’artista.
Francesco Casati (Verona, 1990) è diplomato di primo livello all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove vive e lavora, continuando gli studi di pittura. Seguito dal maestro Professor Carlo di Raco, ha partecipato a numerose mostre, residenze e premi. Ultimo suo riconoscimento è stato il secondo premio al Prisma Art Prize (nona edizione-2022).
Francesco Casati Il CIRCO DEL GITANO a cura di Roberto Nardi 25.03 – 10.04.2022 Libreria Minerva – Padova