Pittura al femminile in mostra alle Scuderie di Palazzo Moroni, in un’esposizione dal titolo Poesie trasversali aperta sino al 20 di marzo a Padova. In uno spazio espositivo, antico nella struttura, ma moderno nel suo utilizzo, trovano collocazione trenta opere delle pittrici padovane Silvia Patrono e Nadia Volpi. Ancora pittura al femminile a Padova: negli stessi giorni visitabile a Palazzo Zuckermann la bellissima esposizione di Virette Barbieri ( Parigi 1909 – Padova 1987). Silvia Patrono e Nadia Volpi, pittrici, padovane, amiche, entrambe si sono diplomate all’Accademia delle Belli Arti di Venezia. Così diverse nell’espressione artistica, decidono di condividere lo spazio espositivo, per condurci in un viaggio fatto di natura ed interiorità, tramite il colore.
Poesie trasversali e pittura al femminile: il dominio del colore
Cosa accomuna queste due artiste: prima di tutto una caratteristica fisica, perché entrambe hanno occhi cristallini. Ho riconosciuto subito quelli di Silvia, all’inaugurazione del 18 febbraio. Non sapevo che ad esporre fosse lei e sul volto coperto dalla mascherina, spiccava lo sguardo. Un balzo all’improvviso nel tempo, nel chiostro del nostro liceo. Il secondo elemento è il colore: materico in Nadia, fisico, palpabile; generatore di spazi e geometrie in Silvia. Infine le due artiste si fanno interpreti delle emozioni, spesso al femminile. Nella Volpi emerge l’emozione primordiale, che ci conduce agli elementi della Natura: il rosso del fuoco, il blu e gli azzurri di cielo, mare e ghiaccio, i toni caldi del beige e marrone della Madre Terra. Nei quadri della Patrono si percepiscono le emozioni interiori, dentro quella fissità degli sguardi femminili. Lo spettatore è catturato da un profondo nascosto, che, ammirando l’opera, realizza far parte anche del proprio vissuto.
Due quadri in uno solo
Entrando alle Scuderie di Palazzo Moroni, guardate dritto davanti a voi e in fondo alla sala troverete un quadro. E’ da qui che si suggerisce di iniziare la visita: si tratta in realtà di due tele, quella disposta più in alto è di Silvia Patrono, l’altra di Nadia Volpi, ma insieme formano un tutt’uno. Una donna immersa in uno spazio blu-verde, che ricorda una foresta, emerge silenziosa. L’incarnato trasparente, gli occhi chiusi, sembra quasi essere in profonda meditazione: i cerchi color ocra che le adornano la testa, evocano il movimento dei pensieri, che fluiscono lungo la chioma protesa verso l’alto, verso il cielo. Un uccello immobile trova riparo tra il seno e la mano della donna; il suo abito è blu, dai contorni sfilacciati, dello stesso colore dello sfondo, che prosegue verso il basso, in profondità.
Pittura al femminile: Silvia Patrono e le sue donne silenti
Le sale a destra delle Scuderie sono dedicate ai quadri di Silvia Patrono. Ciò che colpisce è il silenzio che questi comunicano, l’atmosfera rarefatta che mi hanno ricordato il Realismo Magico di Casorati. I personaggi appaiono immobili, avvolti nella calma, che spesso nasconde un non detto, che spetta allo spettatore scoprire, interpretare. Come libera interpretazione possono avere i simboli rappresentati dalla pittrice: piante geometriche, ma riconoscibili nella specie, animali, spesso cani di diverse razze, uccelli.
In alcuni quadri, come nel trittico Blue Moon – In the Night – White Day, vengono ritratte donne in solitudine, immerse in una natura geometrica ed armoniosa. Rami di alberi, steccati e colline all’orizzonte delineano lo spazio. Sembra qui rappresentata l’energia femminile che accudisce: un uovo (forse) nel primo quadro a sinistra, abbracciato da una donna che sull’abito all’altezza del chakra del cuore ha disegnato un fiore, che ho associato al fiore di loto; due cani nel quadro centrale ed infine una pianta nel quadro di destra.
In altri quadri vengono ritratte più figure, anche maschili. Questa rappresenta una nuova evoluzione della poetica dell’artista, in quanto dai suoi esordi la pittrice sembrava prediligere le donne, ritratte su sfondi all’inizio omogenei, in seguito finemente decorati, che ricordavano interni di abitazioni. In Calma apparente sono raffigurate più figure intente in azioni differenti: una donna dorme distesa sull’erba, un’altra di profilo guarda dritta davanti a sè, la testa avvolta da foglie sottili, quasi anemoni di mare (forse un’espansione dei suoi pensieri); una donna di spalle sembra guardare verso l’unica figura maschile del quadro. Il cane cucciolo, tenuto da lei in braccio, è l’unico a guardare fisso lo spettatore.
Nadia Volpi: colore, materia, natura
A Nadia Volpi sono dedicati gli spazi a sinistra delle Scuderie. Il colore riempie le tele, senza lasciare spazi vuoti. I pigmenti, preparati dalla stessa pittrice, si mescolano a sabbia ed altri materiali. La tecnica utilizzata consente al colore di esprimere tutta la sua potenza visiva: a volte lucido e liscio, altre spesso e materico, dona intensità ai quadri.
Lo spettatore è così rapito dall’evocazione della forza della Natura: il nero con diverse lucentezze diventa un mare notturno, il rosso diventa il magma dentro la bocca di un vulcano, gli azzurri in gradazione hanno la consistenza dei ghiacci del Perito Moreno. Nel pieno del colore lo spettatore riesce a perdersi in uno spazio che viene amplificato e quasi non trova confini, neppure in quelli delimitati dalla tela.
Per sapere di più di Silvia Patrono consultare: www.silviapatrono.com – per Nadia Volpi numerose pubblicazioni su internet (tra le quali arsnow-magazine).
Per la mostra alle Scuderie di Palazzo Moroni, orario: da martedì a domenica, 9.30 -12.30 e 15-18 sino al 20 marzo.
Bene!